giovedì 30 luglio 2015

Straddie Island... Avrei voluto bloccar per sempre quell'istante

7 Luglio 2015

Il mio nuovo capitolo non poteva iniziare meglio: un cielo azzurrissimo privo di nuvole e una temperatura esterna che per un momento mi ha fatto dimenticare di essere in pieno inverno.

Ho girato la chiave del van e son ripartito lasciandomi alle spalle l'aeroporto di Brisbane e con lui mio fratello che da lì a qualche ora sarebbe salito su un aereo per far ritorno in Italia.
Mi sono rimesso nel traffico dell'autostrada ancora titubante sul da farsi, andare o non andare? Forse stavo facendo la cosa sbagliata. No… dovevo vederla almeno un'ultima volta.

Il cartello segnava 200m alla svolta per Cleveland. Cento, cinquanta… alla fine ho svoltato.
Ci stavo andando veramente, North Stradbroke Island.
<<Un biglietto di andata e ritorno con mezzo per tre giorni, grazie>>. Già sapevo che sarebbe venuto a costare parecchio, ma è già buono che sono riuscito ad avere uno sconto di $50.



Dopo più di un'ora di attesa alla fine è arrivato il traghetto. Su uno di questi, un frase color azzurro su sfondo bianco esclamava quasi ironicamente: <<Escape to Stradbroke>>.
Parcheggiato Cody mi sono goduto questa mezz'oretta di attraversata un po' sul pontile e un po' dentro il mio van. Più mi avvicinavo e più non ci credevo che lo stavo facendo veramente.
Eccomi arrivato a "Straddie" Island. Non c'era molto da consultare la mappa, di strade ce n'era solo una e portava fino al punto più estremo, Point Lookout… da lei. La parte sud dell'isola era invece chiusa al pubblico a causa delle attività di estrazione.






North Stradbroke Island, un'isola a due passi da Brisbane, orlata di incantevoli spiagge di sabbia bianca e di ottimi spot per il surf e dove da giugno a novembre è possibile avvistare anche centinaia di balene megattere che nuotano non lontano dalla costa. E lei era lì per quello. Dopo gli studi sui delfini a Fremantle, ora era il turno delle balene dall'altra parte del continente. Ricerche, studi e volontario in due anni di Australia per finalizzare il suo percorso da biologa marina.

Ancora prima di far un giro in spiaggia ho pensato bene che era il caso di trovar un campeggio dove poter passar la notte "legalmente". Bé devo confessarvi che in quei giorni ero particolarmente preoccupato di essere fermato da polizia e rangers… la mia REGO ovvero la registrazione della macchina era Sospesa a causa di una multa presa lo scorso dicembre in WA e non pagata. Peccato che non mi era mai arrivata una notifica; sono venuto a scoprirlo casualmente dando un'occhiata sul sito dei trasporti. Ma me ne sono altamente fregato… dovevo portar mio fratello in aeroporto e soprattutto siamo nel 2015, non è possibile che ti inviino le multe solamente via posta (quando poi un indirizzo di residenza non ce l'avevo da una vita) quando in fin dei conti hanno tutti i tuoi dati: email, numero di telefono ecc. Fatto sta che se mi avessero fermato sarebbero state rogne per me e non da poco.
Per questo motivo, era meglio lasciar perdere il campeggio wild.

Mi sono fermato al primo campeggio che stava direttamente sulla spiaggia Cylinder Beach.
<<Buongiorno, sono appena arrivato sull'isola e vorrei fermarmi qua due notti… con il van, non necessito di corrente, solo una piazzola dove poter dormire>>
<<Purtroppo le piazzole senza corrente sono solo per le tende, le devo dare una con l'attacco alla corrente… è da solo?>> <<Sì!>> lei, faccia un po' perplessa mi risponde << Sono $42 a notte>> ?????? <<Come scusi?>> <<Lo so, purtroppo i prezzi sono questi… puoi trovar qualcosa a $39 in altri campeggio, ma purtroppo i prezzi sull'isola sono questi, mi spiace>> <<Caspita non me l'aspettavo proprio… sono qui da solo, per pochi giorni, ho già speso 110 dollari di traghetto. Non posso permettermelo… caspita; e ora? Grazie lo stesso, proverò a cercar un'altra soluzione>> Pensavo… iniziamo bene.
Lei <<Mettiamola così, io non ho ti ho detto niente. Qui avanti sulla sinistra c'è un parcheggio.. dopo la chiesa. Spesso qualcuno si mette lì a dormire; backpackers come te e sinceramente non gli hanno detto mai nulla, al massimo ti mandano via ma senza farti la multa. È inverno, ci sono pochi turisti, nessuno ti farà storie>>. L'ho ringraziata e sebbene sempre un po' sconfortato, ho deciso di andar a dar un'occhiata a questo posto.
Proprio mentre stavo per girare la chiave, ho visto una sagoma passar dal finestrino retrovisore. Era la stessa signora della reception che mi stava per bussare al finestrino. In mano aveva una tessera.
<<In questo periodo sono qua solo io, è bassissima stagione, nessuno si accorgerà che sei dentro. Pretend to camp here - Fai finta di campeggiare qui. Leave early and come late - Vai via sul presto e rientra sul tardi. Take a hot shower and use all the facilities every time you want - Fatti una doccia calda e usa pure tutti i servizi quando vuoi. You're fine - Sei una persona a posto!>>
Non sapevo se piangere, se baciarla o inginocchiarmi davanti a lei. Un altro angelo caduto dal cielo, una buon samaritana che mi aveva dato le chiavi per l'accesso al paradiso. Una tessera che mi permetteva di entrare e uscire quando volevo, far una doccia calda e aver un bagno… il tutto gratis. Mi aveva detto di star lì fino a quando volevo che non c'era nessun problema, bastava solo che lasciassi la tessera in una busta davanti alla reception una volta andato. Solo una parola, GRAZIE.

Aprite questa canzone e poi continuate a leggere:
Ben Howard - I Forget Where We Were

Point Lookout era a pochi minuti da lì. La strada si inerpicava ed ecco apparire le prime case e qualche bar e ristorante. E ora cosa avrei dovuto fare? Lei dov'era? Mah..
Sono andato a controllare le onde e Frenchman Beach; arrivavano delle belle bombe e in acqua c'erano solamente tre surfisti, forse non c'erano le condizioni migliori, ma faceva troppo caldo e la voglia di buttarmi non mi ha fatto desistere. Tavola di Carlotta sotto braccio, mi sono incamminato lungo la scalinata che portava fino giù alla spiaggia.
<<Focus your binocular, maybe you'll see a shitty surfer>> questo il messaggio che le avevo inviato.
Una corrente assurda, frulloni, schiuma, ma alla fine sono riuscito ad uscire seguendo quasi sempre quello che facevano gli altri surfisti del posto.
Sarò stato dentro due ore sotto quel sole e un po' per paura un po' per prudenza mi sono lanciato solamente su due onde. La prima che chissà come mai è sempre la migliore, quella che prendi senza fatica e dove ti alzi con leggerezza; un'onda veloce che mi ha fatto saltare lasciandomi per un attimo nel vuoto per poi tornar coi miei piedi incollati alla tavola. Wow
E via così fino a quando una non mi ha dato il colpo di grazia facendo letteralmente cadere di faccia dopo un volo di un due metri e tenendomi sott'acqua per qualche secondo… forse era il caso di uscire; il mare stava diventando troppo mosso.



Macchina fotografica in mano ho incominciato a camminare lungo Cylinder Beach fino a Deadmans Beach. Pochissima gente, alcuni pescatori e qualche famiglia venuta fin qui sfruttando la settimana di vacanze scolastiche.










<<Are you here?>> Ebbene sì, ti ho fatto una sorpresa.
Eccola scendere da quelle scale in legno con il suo solito sorriso stupido stampato sulla faccia. Elisa, era sempre lei, come l'avevo lasciata l'ultima volta.
Mi sono sentito in imbarazzo per un istante, ma mi sono bastati pochi secondi per tornar sereno. Seduto su quella scogliera con lei a raccontarci quello che in questi mesi ci era successo, mentre davanti a noi il sole calava e alcuni surfisti cercavano di prendere onde quasi inesistenti e dietro di loro un gruppo di delfini se ne andava silenziosamente verso l'orizzonte.
Il sole stava tramontato e così anche quel momento con lei, doveva tornar al lavoro. Ci saremmo rivisti dopo cena, se non avesse avuto troppi lavori da sbrigare.





Dopo una doccia calda mi sono concesso una cena fuori porta nell'unico ristorante aperto lì in centro. Pochi tavoli e poca gente, ma per me non c'era comunque posto o forse sì. Mi hanno messo in un angolino su un tavolino pieghevole messo lì al momento. Un bimbo speciale. In giro non un anima viva, non un locale aperto. Ho girato un po' e alla fine ho deciso di ritornare in spiaggia nell'attesa che lei finisse.

È stato forse una delle sere più strane della mia vita. Lei alla fine non è arrivata, ma io sono rimasto lì sotto quel cielo davanti all'oceano non so per quante ore. Non so quante stelle cadenti ho visto, addirittura anche un asteroide. Sembrava tutto così infinito; la Via Lattea su di me, l'oceano sotto di me e attorno il buio più totale per una Luna che quella notte non voleva spuntare. Ho pensato… ho pensato tanto quella notte; sulla mia vita o meglio, sulla vita in generale, sul senso della vita. Di come funziona il mondo. Di cosa ci può essere al di là di quello che i nostri occhi possono vedere. Mi sono sentito per un momento minuscolo a confronto di tutto quello che non conosciamo. Per un momento mi sono sentito quasi pazzo… parlavo da solo. Ma tanto nessuno mi avrebbe udito… perché in mezzo a tutto ciò non c'era nessun altro. Ore ed ore così finché alla fine ho deciso che forse era meglio andar dormire. Ma nel mentre andavo in lontananza ho notato una luce. Sembrava una nave, no forse un aereo che si sta avvicinando. Era una luce troppo forte e immensa.
Non ho mai visto una Luna così grande… la chiamano Full Moon Rising e finalmente l'ho vista. Io da solo in mezzo a quello spettacolo di Luna che nasceva dall'oceano e sprigionava una luce che in pochi secondi ha illuminato tutto il buio che fino a quel momento mi aveva circondato. <<In questo istante non invidio nessuno al mondo, mi sento solo fortunato di potermi godere tutto questo spettacolo e di godermelo da solo>>. 




Risveglio alle prime luci del sole con degli strani e preoccupanti uccelli a fianco del van. Cylinder Beach non voleva saperne di surf. Piatto e ancora più piatto, la calma più assoluta, sole e niente vento. In lontananza invece, Main Beach appariva come Mordor nel Signor degli Anelli: mare mosso, cielo nero e un'aria pazzesca. Un vento troppo forte che non permetta ai giovani volontari di avvistare e classificare le balene.



Dopo un giro a Amily Point, ho raggiunto Elisa a Point Lookout dove insieme abbiamo percorso il North Gorge Headlands Walk, lungo questa passerella in legno che percorre la costa fino al punto in cui lei lavora.
Mi ha spiegato quello che fa e come riconoscono e classificano le megattere. Glielo leggevo in faccia e negli occhi che era contenta di trovarsi in quel posto a svolgere quelle ricerche. Mi descriveva tutto con passione e professionalità. Questo è il sogno della sua vita e lo sta seguendo con convinzione.
Sfortunatamente non son riuscito ad avvistarne nemmeno una… solo qualche spruzzo in lontananza che io a malapena riuscivo a notare. Poi ci siamo seduti lì, in quella grotta scavata nella roccia. È stato come un tuffo nel passato abbracciarla, sentire il suo profumo e passar le mie dita tra i suoi lunghissimi capelli.
Avevamo a disposizione tutto il pomeriggio prima che lei tornasse insieme al suo gruppo di volontari.







Abbiamo preso Cody e insieme siamo andati fino al Blue Lake. Mi sono sentito su un altro mondo. Finalmente solo io e lei. Lungo quel percorso di 2,6km in mezzo alla foresta. Avremmo parlato per più di un'ora del più e del meno. Tutto normale, se non fosse che lei è inglese. A questo giro, come lei mi ha ricordato non stato più come la prima volta in cui ci siamo conosciuti quella sera all'ostello ad Adelaide in cui ogni dieci secondi si sentiva dire <<What?>>. Mi sembrava di parlare con una persona che conoscevo da una vita; una persona a cui potrei raccontare, confessare tutto, una persona che non smetterei mai di ascoltare. E poi siamo arrivati al lago.
C'era un atmosfera e una luce magica. Mi sarei buttato star volentieri se non fosse stato così freddo.
Con i suoi modi un po' goffi ed impacciati, si è arrampicata su quell'albero sedendosi lungo quel ramo; piedi a penzoloni e acqua sotto i suoi piedi. Non so ancora come ho fatto ma alla fine mi son trovato davanti lei. Uno di fronte all'altro sullo stesso ramo. Mi sono avvicinato a lei e l'ho baciata.
Ha iniziato a piovere, ce ne siamo fregati. Sotto di noi la superficie del lago non era più calma. Le gocce si facevano sempre più frequenti, le nostre scarpe e le nostre felpe si stavano bagnando; ci stavamo inzuppando ma non ci interessava niente. Avrei voluto bloccar per sempre quell'istante in cui lei con quei capelli scombinati, incollati alla fronte mi guardava e mi sorrideva. Mi sembrava la scena di un film. Loro due, sul lago mentre piove.



Siamo ritornati sul sentiero. Avrei voluto che fosse infinito, che il van non arrivasse mai, solo per il piacere di camminare con lei e seguire i suoi passi.
Sono salito, le gocce scendevano sul finestrino, mi sono voltato e a fianco c'era lei. Una scena che sognavo da un sacco di tempo. Io e lei su quel van, lungo una strada, qualunque strada.
Il sole stava scendendo; eravamo capitati proprio nel momento della giornata in cui il sole offre una luce calda, magica. E sotto quella luce il suo volto era ancora più bello.


Siamo tornati di nuovo nel posto in cui ci eravamo visti il giorno precedente, in attesa, ancora una volta che il sole sparisse dietro al mare. Un tramonto bellissimo.






E come il giorno prima, con il sole è sparita anche lei. <<Ti ho lasciato un biglietto in macchina… ci sentiamo più tardi, ho voglia di rivederti>>
Su quel biglietto aveva scritto così: <<You make me appreciate the smaller things in life>>.



Questo è l'ultimo ricordo che ho di lei.
Quella sera ho capito che la mia vita doveva andar avanti, che non potevo aspettare una persona che in testa ha mille altri progetti. Forse è stata la nostra ultima volta insieme o forse no. Ma ho capito che non farò più il possibile per rivederla. È inutile inseguire le persone se queste non fanno altro che fuggire. Chissà, le nostre vie forse si incontreranno di nuovo un giorno… ma per il momento ho deciso di aprire il mio nuovo capitolo lasciandomi tutto alle spalle.
Quella sera non l'ho rivista, nemmeno un saluto, nemmeno un ultimo istante insieme. Ancora non so darmi una risposta. Ha piovuto a dirotto, come se quella pioggia segnasse un nuovo inizio. Un acqua per pulire e togliere tutta la polvere che mi stavo portando addosso. <<Ti vengo a salutare domani mattina prima della tua partenza>>.

Mi sono svegliato all'alba. Mi sono diretto verso il lookout dove due sere prima mi ero fermato a vedere le stelle. Sole e pioggia hanno reso quell'alba dietro al vetro della macchina a dir poco affascinante. Il tutto sulle note di Bon Iver.
E quando tutto va per il verso giusto ecco appunto che in quell'acqua color oro saltò fuori una balena in tutta la sua maestosità. Una di quelle scene che si vedono solo nei documentari. La prima balena che vedo in vita e mia e non poteva esserci modo migliore. Dopo di lei altre tre, quattro, cinque. Sono rimasto lì incantato. Nel frattempo ricevevo i suoi messaggi, il mio credito sul cellulare era pari a zero. Meglio così. Segno che dovevamo vederci la sera prima.



Sono rimasto lì a godermi lo spettacolo fino a quando il mio sguardo è caduto sul ticket del traghetto. Imbarco ore 8.00. COSA?? Erano le 7.50 e io ero convintissimo fosse alle 8.30.
Sono partito all'impazzata violando tutti i limiti di velocità. Mancava meno di un chilometro quando una macchina che arrivava dal senso opposto mi ha fatto i fari.
Poco più in là posto di blocco. Ecco sono fregato. Ora mi controllano la targa e ciao van.
<<Mi scusi sono stra di fretta; vede, ho il traghetto tra un minuto non posso perderlo>> Quel biglietto mi ha salvato la vita. <<Stia tranquillo le facciamo al volo l'alcool test e poi può andare>>. Ero a posto. Sono arrivato al molo giusto in tempo per vedere il traghetto salpare davanti ai miei occhi. L'avevo perso. Non ci potevo credere. Quanto sono stato stupido.
Ho sborsato altri $20 per prendere il successivo e ho dovuto aspettare un'altra ora.

Nell'attesa ho ripensato a questi giorni. In fin dei conti mi ha fatto bene andar lì. Mi ha fatto bene rivederla. Mi ha fatto bene chiarire ma soprattutto capire molte cose. Mi ha fatto bene.
Pioggia e ancora pioggia. Ma poco prima che mi imbarcassi davanti a me è apparso un arcobaleno magnifico. Un arcobaleno che di lì a poco avrei attraversato con il traghetto. Era segno che dovevo lasciar quell'isola. Sulla terra ferma qualcosa di bello mi stava aspettando. La mia felicità era altrove.
Il mio nuovo capitolo iniziava qui.
<<You make me appreciate the smaller things in life>>







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