martedì 20 gennaio 2015

Vita da Gipsy

20 Gennaio 2015

E anche queste feste sono volate via, un altro Natale, un altro Capodanno ma soprattutto un altro compleanno sono passati. Ma tra una scusa e l'altra qui si fa sempre festa e il top si registrerà il 26 gennaio con l'Australia Day. È passata anche la Befana; ma passata in tutti i sensi. Il mattino del 6 Gennaio mi sono svegliato e fuori, ho visto appese al tergicristallo del van due calze… A no… sono le mie che ho messo ieri ad asciugare.
L'ultimo dell'anno ho finito di lavorare attorno alle 11 di sera e tra una cosa e l'altra mi ero dimenticato di comprare qualcosa da bere per la serata. Panico… cosa vuoi che ci sia aperto in Australia dopo le 5 di pomeriggio e soprattutto durante in public holiday? Fortuna vuole che sulla strada per andare in spiaggia c'era ancora aperto un Liquor Store dove ho potuto comprare qualcosa giusto per far un brindisi a quest'anno nuovo e a questi fottutissimi 25 anni.
Con me c'era Xhoanna, una ragazza italiana o meglio la prima persona che abbiamo conosciuto io e Luca a Fremantle e che lavora nel ristorante di fianco al mio, sua sorella e un ragazzo francese. Siamo arrivati in spiaggia che mancava davvero poco alla mezzanotte e poi buuumm. È giunto per me il mio primo quarto di secolo.
Mi sono sentito parecchio spaesato quella sera, non per l'alcool o altre sostanze sia chiaro, ma perché per un momento mi sono sentito un po' solo; è soprattutto in questi momenti che senti la mancanza degli amici più intimi, dei famigliari… ogni tanto appariva nel buio qualche volto noto… happy new year! Un abbraccio, un bacio, un brindisi e via. È stata una serata strana ma in fin dei conti bella. Tre parole possono riassumere tutto: bagno di notte, capelli color oro e tanta sabbia nel van.

Il mattino seguente mi sono risvegliato dopo qualche ora di sonno, il lavoro mi chiamava. Alle 12.00 ho iniziato a lavorare e ho finito alla sera. Diciamo che non ho per niente festeggiato il mio compleanno; è stata una vera tristezza passar l'intera giornata al ristorante; ma che ci vuoi fare… se si vuole campare servono i soldi e poi quel giorno pagavano più del doppio.

I giorni successivi ho dovuto trovar un'altra sistemazione; il parcheggio al faro dal primo gennaio non era più accessibile, o meglio non era più tollerato il campeggio abusivo. I trasgressori sarebbero stati puniti con multe molto salate. E così inizio la ricerca di nuovi posti… due sere a dormire in vicoli diversi, finché un giorno ho trovato un posto nuovo dove si erano spostati tutti gli altri van. Un altro parcheggio in riva all'oceano nella zona portuale di North Fremantle a Port Beach. A 5 minuti di macchina dal centro.
Alla fine anche qui c'è tutto quello che mi serve: una spiaggia, un bagno e una doccia. Poi ovviamente tutto si è trasformato in una vera casa… ho creato l'angolo lavatrice, l'angolo asciugatrice dove stendere i panni e il parcheggio stanza da letto sotto un alberello dove poter goder quel poco di ombra che quell'esile pianta può offrire nelle prime ore del mattino.

Ed è così che iniziò la mia routine:
Sveglia naturale alle 7.00 o meglio mancanza di ossigeno ed effetto serra che inizia a farsi sentire. Apertura finestrino o sportellone in base al caldo e sveglia (quella del cellulare) alle 8.00. Intorno a me un'infinita di macchine che ridanno vita a quel parcheggio che di notte è completamente deserto. Famiglie durante il weekend o gruppi di arzilli vecchietti che vanno a farsi la loro nuotata mattutina e io, che salto fuori in mutande come se nulla fosse  Costume asciutto appeso allo specchietto laterale, asciugamano in mano e con gli occhi ancora chiusi tuffo in mare. Un mare che a quell'ora è piattissimo, cristallino e silenzioso. Una distesa d'olio ghiacciato. Qual miglior modo per svegliarsi come si deve. Nuotatina di 10 minuti con i miei nuovi occhialini per riattivare i muscoli e poi altri 10 minuti come un lucertola sotto il sole. Un sole mattutino paragonabile al nostro delle 12.00 in pieno luglio. 
Doccia all'interno dei bagni pubblici in compagnia dei soliti vecchietti. Bè devo dire che mi sento un fisicato di fianco a quei corpicini flaccidi e scheletrici. Avete presente il dottore in Futurama? Ecco, sono tutti così. E ovviamente tutti nudi.
Doccia è anche sinonimo di lavatrice: mutande e divisa del lavoro sciacquate sotto la doccia con semplicemente del bagnoschiuma. 
Finito quello ci si sposta con il van nell'angolo asciugatrice; in poche parole mi sposto sotto il sole vicino alla recinzione che divide la spiaggia dal parcheggio dove posso così stendere tutto in panni con tanto di mollette… faccio proprio come se fosse casa mia.
Nell'attesa che il tutto asciughi (20 minuti max) mi godo un leggera colazione in riva all'oceano. Pane e marmellata, muffins o qualche cadavere che è rimasto nel mio box frigo. Il cappuccino o il caffè me lo faccio al lavoro :)

Finita l'asciugatrice si riprende la marcia verso il centro di Fremantle con tanto di mutande e costume che svolazzano appese allo specchietto e le calze schiacciate tra il tergicristallo e il parabrezza. Qui inizia la sfida a trovar un parcheggio lungo i 3km della Marine Terrace che conduce fino a South Beach (la mia altra casa dove mi faccio la doccia e il bagno pomeridiano durante la pausa). Qui funziona così. Se trovo il parcheggio vicino, posso anche farmela a piedi. Se non trovo niente, parcheggio direttamente a South Beach dove poi prendo il pullman gratis fino al centro. Finita la pausa pranzo cerco sempre di spostar il van il più vicino possibile al ristorante. Se riprendo a lavorare dopo le 5 è ok, parcheggio a due passi dal centro, ma se riprendo prima devo lasciarlo sempre lungo questa strada e al ritorno mi tocca fare sempre i miei 20 minuti a piedi.

Di solito esco dal ristorante attorno alle 22.30 e a quell'ora col cavolo che mi faccio una doccia in spiaggia. Alla sera fa comunque freschino e in riva all'oceano c'è sempre un po' di vento. L'unica cosa da fare è aspettare il mattino seguente e tenersi addosso tutto l'odor di mangiare.
La notte alla fine dormo poco o niente; tra il rumore del porto e dei tir che vanno e vengono, tra il caldo e i pensieri che mi attanagliano giorno e notte mi sveglio due o tre volte e a fatica riprendo a dormire.
C'è da dire che vivere in un van è davvero bello e avventuroso, ma quando si lavora quasi tutti i giorni ogni tanto si sente la mancanza di un vero letto e di una casa con tutte le sue comodità. Sto cercando il più possibile una sistemazione, ma non salta fuori niente. O troppo costose o troppo lontane. L'opzione ostello l'ho messa da parte, non ho voglia di ributtarmi in mezzo a un sacco di gente senza aver un minimo di privacy e soprattutto non è per niente conveniente. Devo dir la verità… stando nel van sto risparmiando un sacco di soldi. Le uniche spese sono il mangiare, ma anche lì molto spesso ho il pranzo offerto al ristorante e a volte non mangio neanche la sera, e poi quando si esce la sera (quelle sono le uniche vere spese).

Per quanto riguarda la situazione lavoro devo dire che sta andando davvero bene.
Oramai sono entrato a far parte del gruppo. Ho sempre la mia sezione di tavoli che porto avanti e di cui sono il responsabile. È un continuo correre avanti indietro, appena un tavolo si libera ecco che ne arriva subito un altro, metti giù i piatti e le posate, chiedi il bere, ordina un antipasto oppure direttamente la cena. Ordina entrambi ma blocca la cena e rimandala appena hanno finito l'antipasto… insomma un casino. Devo sempre tener d'occhio tutto quello che faccio e star attendo a mandar gli ordini al momento giusto. Lavoro molto spesso 6 giorni su 7 e sempre nel weekend. Ho fatto apertura, ho fatto chiusura. Oramai ho capito come funziona il tutto.
Il flusso di gente dopo il periodo festivo è leggermente calato; hanno ripreso le scuole e la gente è tornata a lavorare. A pranzo si nota tanto questo calo ma a cena è sempre la solita routine: tavoli stra colmi.
Diversi camerieri sono andati via in questo periodo e nuovi volti si sono fatti vedere. Ovviamente si sono aggiunti altri italiani…
È un lavoro in fin dei conti stancante.. arrivi a fine giornata a pezzi. Ma diciamo che sono giusto quelle 2/3 ore in cui sei sull'orlo di morire e dove non ti fermi un secondo.
Come sempre a fine serata ho la mia media di birra e la mia pizza che pago a metà prezzo. A pranzo posso concedermi del fish & chip, pizza o pasta. Ma diciamo che dopo 15 mesi lontano dall'Italia mangiarmi anche tutti i giorni una vera pizza italiana non mi dispiace per niente.

Nel frattempo a tutto ciò si è aggiunto il fattore caldo. Siamo proprio in piena estate. Le temperature sono sempre sopra i 35° e in alcuni giorni si superano i 40° fino a toccare i 46°; vi lascio immaginare come ci si sente… è un sudare in continuazione, impossibile stare sotto il sole e preghi ogni tanto in un leggero venticello, quello che tanto avevamo odiato nei giorni prima di Natale.
Da quando sono arrivato qua non ho ancora visto una goccia di pioggia, forse solo 3 o 4 volte mi è parso di vedere una nuvola in cielo. Qui il cielo è perennemente azzurro e il sole è sempre lì, pronto ad ustionarti. Tra sole, caldo e sonno le mie batterie si stanno a poco a poco esaurendo.

Non sto uscendo spesso ma a volte una birretta, 2, 3 o 4 insieme ai colleghi me le concedo. Spesso si sta qui a Fremantle o a volte si va fino in città a Perth. Ma non è mai un toccasana, soprattutto se si ritorna nel van alle 6.00 con la gente che è già in spiaggia a far il bagno e tu che fra quattro ore inizi a lavorare.
Il più delle volte siamo io, Tony (il pizzaiolo sardo), Anna (tedesca), Deco (australiano), l'Elisa (inglese), Abbey (australiana), Matthew (inglese) e il resto della ciurma di Sandrino. Con loro sto legando molto e sono davvero delle belle persone. Diciamo che in particolare tutti gli italiani che lavorano lì sono molto simpatici. Quasi tutti del sud: Paco (manager), Sabino (bar man), Fausto, Simone, Tony (i pizzaioli) e Gaetano (chef); a cui sia aggiungono Ilaria ed Elisa (bar man), Ciro (lava piatti) e le nuove arrivate Silvia e Luana (cameriere). Non penserete mica che lo staff sia tutto italiano… no no, questo è solo un quarto delle gente che ci lavora dentro.

Il mio caro van è comunque il mio unico fedele compagno. Si sta riempiendo a poco a poco di ruggine causa sale, vento e acqua marina. Prima troverò una sistemazione e prima riuscirò a risistemarlo tutto. 
Nel frattempo Luca è sempre a Margaret River a lavorare nei vigneti, in preparazione della vendemmia nei mesi successivi. Vive ancora nella tenda nel giardino di alcune persone che ha conosciuto. Diciamo che se la sta spassando, tra lavoro, house-party e surf. Il surf che come sempre qua manca. L'ultima volta che sono andato sarà stato due settimane fa. Onde altissime e potenti ma che ti facevano solo male e su cui potevi starci al massimo due o tre secondi.

Andrea è disperso nel nulla del Western Australia senza linea o internet, a montare capannoni. L'ho sentito ieri, sembra contento, l'ho capito soprattutto quando mi ha detto che è lercissimo e perennemente nero. Ovvero è felice come una pasqua.












Ciao Ste un giorno prima o poi ci rivedremo

16 Gennaio 2015

Sono qui nel mio van in riva all'oceano… sento solo il rumore delle onde, il passaggio di qualche nave e l'incessante traffico di un'area portuale.
È notte fonda… il cielo è gonfio di stelle, sebbene le forti luci attorno a me le rendono così offuscate e lontane. È in questo momento che sei tornato in mente tu.
Ben due anni sono passati da quel giorno; da quel giorno in cui tu hai deciso di partire con il tuo zaino in spalla e la tua musica nelle orecchie.
Chissà ora dove sei, con chi sei e se sei cambiato. Chissà com'è il paesaggio da lassù… 

Qui sono fantastici, ma tu lo saprai meglio di me; alla fine in un modo o nell'altro eri sempre lì presente in quei cieli fantastici, infiniti e dai mille colori.
Alla fine eri sempre presente in quelle acque cristalline e in quelle spiagge bianche.
Ogni volta che incrocio un ragazzo per strada con in mano una chitarra, lì rivedo te. Rivedo la solita foto di te sorridente. Perché è così che ti vedo; in giro per un mondo sconosciuto con in mano la tua chitarra, la tua anima gemella.

Non smetterò mai di ripeterlo, quello che è successo due anni fa mi ha fatto imparare molto. Mi ha fatto imparare che nemmeno un giorno, un'ora, un minuto o un secondo della nostra vita deve essere sprecato. La vita è speciale, bella e brutta allo stesso tempo, ma è una sola… viviamola al cento per cento.

E come dissi un anno fa: viaggia, gira il mondo.. conosci quello che sta al di fuori di te.. conosci gente.. vivi nuove vite.. perché non c’è modo migliore per conoscere se stessi se non sentendosi straniero..
Prendi la vita come una sfida.. ma guardala anche come un gioco.. ridi, scherza, divertiti… e fai divertire gli altri.. 

Ciao Ste un giorno prima o poi ci rivedremo