24 Novembre 2014
Cody era eccitato all'idea di partire, di ritornare nella sua terra natale: il Western Australia. Il suo motore rimesso a nuovo ha rombato quella mattina del 24 novembre. Tutto era pronto. Io, Luca, Andrea e Carlotta La Paperotta (la nuova mascotte, passata di mano in mano, prima da Arthur, poi da Claudia e poi a noi)stavamo lasciando Glenelg.
Aspettatevi un racconto lungo, un racconto di 4.600km, un racconto di quasi due settimane… non riporterò tutto, anche perché è passato già tanto tempo e tante cose le ho forse dimenticate. Meglio così, scriverò solo il meglio.
Abbiamo ripercorso la stessa strada che pochi giorni prima avevamo imboccato per inoltrarci nell'outback. 390km prima di arrivare a Port Augusta dove abbiamo fatto il primo rifornimento. Dopo solo quattro ore di marcia, il nostro trio sembrava una squadra di zombie. Abbiamo dormito poco nei giorni precedenti o addirittura, c'è chi come Andrea, non ha dormito per niente la sera prima. Fu così che passò il suo primo giorno di viaggio dormendo un po' nel letto e un po' nei posti davanti con gli occhi chiusi e la testa pendolante. Por nan, era proprio in coma.
Da qui siamo scesi verso la Eyre Peninsula seguendo tutta la costa lungo la Lincoln Highway fino a Port Lincoln sulla punta meridionale… niente di interessante fino a qui, solo un paesaggio secco dove spiccavano grandi aree portuali dedite alla pesca e le raffinerie di Whyalla. Già da qui, il vento ci stava facendo capire che ci avrebbe accompagnato per tutto il viaggio.
Siamo arrivati verso l'imbrunire a Port Lincoln, la città più grande della penisola, famosa per l'allevamento di tonni e per l'immersione con gli squali bianchi.
Qui ci sarebbe stato molto da vedere, tra parchi nazionali e spiagge; ma tra il costo per gli accessi e le strade poco praticabili abbiamo deciso di trascorrere la notte in area picnic sulle sponde di Coffin Bay… e ovviamente sotto il cartello di Divieto Camping. L'abbiamo fatto quasi in tutti i posti, pur di risparmiare.. bastava arrivare sul tardi e sgomberare la piazzola il mattino sul presto. Io e Luca nel van, Andrea nella sua tendina.
25 Novembre 2014
Siamo ripartiti sicuramente più riposati e fu così che inizio il lungo viaggio seduti tutti e tre nei posti frontali. Una comodità… già. Tre energumeni, alti e grossi che si contendono il poco spazio vitale. L'angolo della punizione era il posto centrale, più duro e più rialzato rispetto agli altri. Osso sacro disfato, testa schiacciata sul tetto, gambe strette per la presenza del cambio e crampi alle gambe e alle chiappe… un viaggio in prima classe.
Ci siamo comunque alternati strada facendo, anche se il più delle volte abbiamo guidato io e Luca.
Da qui in poi i paesaggi diventavano sempre più belli e sconosciuti. Un po' su consiglio delle guide e un po' a random siamo finiti in posti da mozza fiato. Sheringa Beach ha aperto le danze, con le sue dune di sabbia bianca. Non mi ero mai trovato a faccia a faccia con un ambiente del genere. Per un momento mi era sembrato di finire nel bel mezzo di un deserto africano. Intorno a noi sabbia e ancora sabbia, dune e creste modellate dal vento, inalterate fino al nostro passaggio. Solo noi, il vento e la sabbia. Abbiamo speso un po' di tempo girando in lungo e in largo, scivolando giù per i versanti scoscesi o semplicemente contemplando le curve perfette di questo paesaggio.
Riprendiamo la marcia lungo la costa attraverso una strada sterrata che ci conduce in un paesaggio fatto di picchi sul mare e onde gigantesche che mi hanno ricordato tanto la Great Ocean Road.
Lungo queste strade c'erano molte cose da vedere, ma fermarsi dappertutto avrebbe voluto dire non arrivare mai più a destinazione. Così abbiamo fatto tirata fino a Streaky Bay, una piccola cittadina di pescatori, come tutte quelle che avremmo incontrato lungo questa costa. Qui abbiamo deciso di passare la notte sotto l'immensa stellata di Back Beach e sotto l'immancabile cartello di divieto.
26 Novembre 2014
Alzarsi presto lungo questo viaggio è praticamente inevitabile; un po' per il fatto di dover lasciar la "piazzola" il più presto possibile per non dare nell'occhio, ma soprattutto per la luce che filtra all'interno del van e per il caldo soffocante di questa estate australiana.
Riprendiamo la marcia in direzione nord fino a Ceduna dove termina la Eyre Peninsula; da qui si svolta verso ovest costeggiando tutta la Great Australian Bight.
Non un nuvola in cielo, una giornata caldissima e ventilata ovviamente. Siamo arrivati a Penong, quattro edifici in croce, in cerca di una tavola da surf per Luca e alla fine ci siamo ritrovati per puro caso in un posto incantato. Il titolare del bar ci aveva detto che per Cactus Beach dovevamo prendere la prima strada a sinistra e che non era segnalata per tenere il posto il più nascosto possibile.
Ed eccoci percorrere strade lucide ricoperte di sale che passano in mezzo ad altre dune e al Lake Mcdonnell completamente rosa. Un rosa dovuto dalla presenza di alcuni batteri all'interno dell'acqua che regalano un nonché di magico a queste acque ricoperte di sale cristallizzato.
Una strada fatta di contrasti e sfumature di diverso colore che ci ha portato fino all'altezza della spiaggia. Acqua pulita, sabbia bianca e in lontananza alcuni surfisti. Belle onde ma fin troppo alte per me, ma soprattutto piuttosto rischioso dato il fondale basso e la presenza di scogli. Luca si è buttato dentro insieme ad un paio di persone ma forse per la lunga astinenza dal surf o molto più probabile per la troppa panza, è riuscito a prendere solo un'onda; per lui solo un grande spavento quando davanti ai suoi occhi sono spuntate tre pinne… semplicemente dei delfini, ma dati i continui avvertimenti per la presenza di squali bianchi, sicuramente non è stata una bella presenza.
Io alla fine mi sono buttato dentro per circa una decina di minuti e dopo essere stato ribaltato un paio di volte e aver toccato il fondo ho deciso che forse era meglio non rischiare. Voto -1. Caga sotto!
Una coppia di locals ci invita a rimanere lì per la notte che il giorno dopo ci sarebbero state onde perfette… ma decidiamo che era meglio riprendere la marcia. Solo dopo siamo venuti a sapere che ci eravamo tuffati dentro alla spiaggia che possiede tre dei più famosi break per il surf di tutta l'Australia. Ritorniamo così sulla strada dove ci attendeva l'infinita distesa desertica del Nullarbor National Park. Un passaggio dai campi di grano e i recinti per le pecore alle distese di eucalipti sino ai cespugli di bluebush del Nullarbor (nullus "nessuno" arbor" albero).
Passiamo l'intera giornata in macchina decidendo di tirar avanti il più possibile. Sulla strada il nulla più assoluto: autotreni, caravan e come sempre addirittura ciclisti o persone a piedi. Canguri, emù e questa volta addirittura un dingo… lì solo in mezzo a questo deserto. Era già buio pesto e decidiamo così di fermarci in una piazzola di sosta vicino alla costa. Un vento fortissimo che non ci ha permesso di cucinare e di montare la tenda. Una notte da dimenticare, in tre all'interno del van che ha ballato tutta notte; l'inizio di una serie di "dormite" indimenticabili.
27 Novembre 2014
Un'intera giornata passata in macchina per superare quest'area deserta ma soprattutto per superare il confine con il Western Australia, lo stato più grande dell'Australia. Cody era tornato finalmente a casa. Non un grande benvenuto per lui… alla dogana ci hanno ritirato alcune delle cose più "preziose" che avevamo: il miele, l'aglio… ma soprattutto le cipolle!!!!
Da qui in poi solo la struggente bellezza di questo territorio brullo e isolato; più di 700km sotto il sole lungo la strada che corre tra orizzonti sconfinati sovrastati da cieli immensi e qui uno dei rettilinei più lunghi del mondo, 145km, il cosiddetto Ninety Mile Straight.
Eravamo ancora lontani da Norseman, la prima città, e già in lontananza il cielo si stava facendo scuro e si intravedevano i primi accenni di un temporale. Ci siamo fermati prima che fosse troppo tardi in una piazzola di sosta sulle sponde di un lago di sabbia rossa completamente secco.
Un'altra notte passata in tre nel van e fuori sopra le nostre teste uno spettacolo di lampi e tuoni. Neanche all'interno di Cody ci sentivamo troppo sicuri.
28 Novembre 2014
Dopo le centinaia di chilometri dei giorni precedenti, ritorniamo nella civiltà per far rifornimento e forse una doccia. No, tre dollari per farla in un'area di servizio erano troppi, decidiamo che cinque giorni senza lavarsi andavano ancora bene… alla fine più ti sporchi più ti senti pulito. Almeno, questa stava diventando la filosofia.
Finalmente si ritorna sul mare o meglio ad Esperance, orlata di spiagge bianchissime e lambita di acque turchesi e cristalline, ma soprattutto dove è possibile anche surfare. In acqua con la tavola e senza muta, in un mare dove potevi scorgere anche il più piccolo granello di sabbia sul fondale. Finalmente ho riprovato l'ebrezza di cavalcare un'onda, anche se per poco.
Abbiamo percorso parte della Great Ocean Drive, passando per Blue Heaven Beach e Twilight Cove dove abbiamo avuto una visione. Una doccia in spiaggia. Bagnoschiuma e asciugamano al seguito indifferenti del passaggio delle altre persone, ci siamo concessi una doccia ghiacciata ma a dir poco rigenerante; un orgasmo nel sentire i capelli ancora puliti e la pelle profumar di bagnoschiuma.
Eravamo pronti per far serata dopo quasi una settimana senza far nulla. Vino bianco, pasta e pesce alla griglia in riva al mare e via nella city….. città fantasma.
Stanchi e demotivati decidiamo di riprendere il van e di proseguire nella notte fino al Cape Le Grand National Park dove ci siamo autoregistrati pagando 15$ di ingresso per l'auto. Qui siamo arrivati all'altezza di un campeggio dove in teoria bisognava pagare altri soldi, ma era già tardi e così abbiamo deciso di fermarci in quella che sembrava una piazzola vuota che avremmo sgomberato il mattino seguente prima di un ipotetico controllo. Ancora una volta in tre nel van… troppo stanchi per poter montare una tenda.
29 Novembre 2014
Fuga dal campeggio un po' fail… erano già tutti svegli ma nei paraggi non sembrava esserci traccia di rangers. Colazione come sempre a base di caffè solubile, té, pane e marmellata o nutella e biscotti… da veri italiani.
A farci compagnia come sempre le nostre care amiche mosche e formiche.
Riprendiamo la strada lungo il parco nazionale ed ecco che rispuntano i monoliti… formazioni rocciose che già avevamo incontrato a Kangaroo Island e che poi avremmo rivisto lungo tutto il viaggio, fino quasi ad odiarle.
Ci fermiamo alla prima spiaggia… un paradiso; chi mai se lo sarebbe immaginato che l'oceano poteva offrire spiagge del genere di finissima sabbia bianca e acqua cristallina… come ha detto mio fratello, sembrava di essere in Sardegna.
Tutto splendido, fino al ritorno in macchina dove ci attendeva seduto nella sua fattanza il ranger rastone. Non gli eravamo sfuggiti… occhi di falco sapeva che avevamo passato la notte in campeggio; spieghiamo che eravamo arrivati tardi nella notte e non sapevamo che ci fosse da pagare; 10$ a testa ma quello ci permetta di poter utilizzare i servizi del prossimo campeggio a Lucky Bay, dove abbiamo cucinato il pranzo e la cena allo stesso tempo per risparmiar sul gas. Qui abbiamo fatto una lunga camminata lungo la spiaggia sino ad un promontorio dove si poteva ammirare l'intera baia nella sua bellezza di colori e contrasti.
Prima di lasciar definitivamente questo parco decidiamo di intraprendere la scalata di 3km, breve ma intensa, in cima al Frenchman Peak che con il suo "occhio" (un'imponente grotta a volta aperta situata sulla sommità) veglia sull'intero parco. Una vista mozza fiato, camminando sulla cresta. Il vuoto attorno a noi e un vento a dir poco pericoloso. Bello davvero.
Siamo tornati giù di corsa come gli gnù nel Re Leone noncuranti della pendenza della discesa. Volevamo arrivare ad Albany prima del calar del sole; solo 480km… ma chi ci ammazza a noi?
Siamo arrivati lì che ovviamente era già buio pesto. Con noi c'era la nostra pasta con le sardine, cucinata durante il pranzo. Albany era il paese ideale per far serata… d'altronde era pure sabato sera.
Finiamo in un locale con musica live in compagnia di una cover band degli Iron Maiden e di gente del posto. Ma come la maggior parte dei locali in zona, alle 12.00 avevano già chiuso la saracinesca… così abbiamo seguito la massa e ci siamo diretti nella discoteca lì a fianco. In poche parole abbiamo ritrovato le stesse persone che c'erano dall'altra parte.
Lo ammetto eravamo davvero stanchi e distrutti ma a ritmo di musica siamo riusciti a far chiusura anche lì e non contenti abbiamo deciso di arrivar fino al Two Peoples Bay Nature Reserve per evitar di dormir per strada. Siamo arrivati alla meta che già c'era l'alba. Dovete sapere una cosa.. qui in Western Australia il sole sorge prestissimo, verso le 4.30 e tramonta verso le 7… bella roba -.-
Distrutti e stravolti siamo piombati in un sonno profondo.. durato giusto un paio d'ore. Antòò faaa caldo!
30 Novembre 2014
Buon onomastico cari Andrea… grazie a chiunque me li abbia mandati dall'Italia e chiedo umilmente scusa per non aver risposto.
Come già detto il risveglio non è stato dei migliori; il van in poche ore era diventato una serra; Andrea invece stava dormendo fuori sul materassino dietro un cespuglio come un senza tetto, attirando la curiosità dei turisti cinesi che hanno subito colto l'occasione per scattargli una foto.
È bastato mettere la testa fuori dal finestrino per capire di essere finiti in un posto idilliaco che la notte prima non avevamo nemmeno notato.
Una spiaggia molto piccola ma infinitamente bella. Una di quelle spiagge che si vedono nei film; inutile ripeterlo.. acqua cristallina e sabbia fine e bianchissima. Mi sono subito buttato dentro per far un bagno prima di collassare definitivamente sulla spiaggia. Ci siamo goduti l'intera mattinata così, tra una passeggiata e un bagno.
Strada facendo ci siamo fermati a vedere altre spiagge e il nostro caro Andrea è riuscito a catturare con la mia canna da pesca un bellissimo pesce… una specie di persico. È stato un ottimo aperitivo in un campeggio free in riva all'oceano sotto quello che sembrava quasi un "pergolato" di eucalipti.
1 Dicembre 2014
Dicembre è arrivato e in definitiva anche l'estate australiana. Più andiamo verso ovest più il sole picchia, ma al tempo stesso il vento aumenta e le temperature calano drasticamente. Un ultimo giro attorno ad Albany tra qualche goccia di pioggia e nuvoloni neri, prima di riprendere il cammino per una tirata fino alle foreste degli eucalipti secolari, ovvero nella Valley Of The Giants. A mano a mano che ci avvicinavamo questi esemplari di eucalipto, detti "tingle tree", diventavano sempre più alti, fino a raggiungere altezze superiori ai 50 metri.
Siamo arrivati che era oramai buio e fortuna vuole che abbiamo trovato un'area picnic dove fermarci a dormire.. eravamo sotto questi alberi maestosi. Sembrava di essere finiti tra gli Ent del Signore degli Anelli.
2 Dicembre 2014
Al risveglio ci siamo diretti subito verso i cancelli che portavano alla Tree Top Walk, una rampa lunga 600m che sale dolcemente fino a raggiungere la volta arborea della valle, permettendoci di arrivare quasi in cima a questi maestosi eucalipti. La rampa stessa, che nel suo punto più alto raggiunge i 40m, è un capolavoro d'ingegneria… e dovete provare a dondolare, si muove tutta! Abbiamo preso anche un percorso a livello del suolo, l'Ancien Empire, dove si trovano esemplari dai tronchi enormi, alcuni dei quali raggiungevano i 16m di circonferenza.
Ma l'esperienza più bella e sicuramente indimenticabile l'abbiamo passata al Dans Evans Bicentennial Tree, anche lui trovato per puro caso. Un eucalipto alto 65m… wow ok, superbo? Ma questo non è niente… ci si poteva arrivare in cima scalandolo. O meglio arrampicandosi lungo questa scala a chiocciola fatta di chiodi incastonati nel tronco. Fin qui la cosa potrebbe sembrar normale. Il fatto è che non c'era nessuno a controllarti, non salivi con nessun imbracatura… e tra un chiodo e l'altro ci saranno stati 40cm e sotto di te il vuoto. solo una rete di protezione sul lato esterno. Fin qui tutto ok per me, ma quando sei già all'altezza di 50m e guardi sotto i tuoi piedi dici <<Sti cazzi!>> Ma a me la cosa eccitava e basta. Sarà che non sento proprio la paura del vuoto, anzi mi spinge a salire ancora più in alto. Sono salito su come una scimmia attendendo in cima Luca e Andrea che stavano salendo piano piano. Da lì sopra si poteva ammirare tutto quanto, bé un'infinità di eucalipti… ma è stata comunque un'emozione indescrivibile. Questi alberi sono davvero fantastici. Crescono drittissimi, con un tronco pulito e liscio e solo in cima si diradano i pochi rami.
La strada prosegue lungo queste foreste incantante che piano piano lasciano il posto ad esemplari decisamente più bassi. Ci fermiamo per la notte ad Augusta in parcheggio vicino alla spiaggia quando oramai era già buio pesto.
Si ritorna sulla costa, precisamente a Margaret River, città del vino e del surf. Un paesino decisamente piccolo, di surfisti, ai livelli di Byron Bay, dove il centro e il locali sono raggruppati in un'unica via.
Qui decidiamo di spendere qualche giorno, alloggiando in un caravan park per il costo di 40$ a piazzola. Ma per lo meno avevamo tutti i servizi: bagni, docce, cucina e wi-fi.
Qui Luca è riuscito finalmente a trovare una tavola della sua misura e alla fine siamo riusciti ad entrare in acqua assieme. Qui ci sono degli ottimi spot, alcuni con onde davvero giganti, ma ovviamente noi ci siamo buttati in quello più tranquillo. Onde discrete che ci hanno comunque permesso di divertirci per alcuni giorni. Siamo stati lì fino a sabato mattina, dato che la sera prima suonava un duo australiano che da un sacco di tempo stavo cercando di beccare e caso vuole che si trovavano lì questo weekend, e soprattutto, era gratis. I Pierce Brothers, due gemelli dalla tipica faccia australiana; capelli lunghi e biondi, stile trasandato da vagabondo. Un live molto divertente, tra chitarra acustica, didgeridoo e percussioni, dove hanno presentato canzoni loro e cover famose.
6 Dicembre 2014
Lasciamo Margaret River proseguendo lunga la costa passando velocemente per Bunbury e da altre spiagge. Perth era alle porte; ecco spuntare i primi grattacieli; stavamo tornando in una grande città. Cody ce l'aveva fatta… conto finale, circa 4.600km. Un viaggio infinito ma decisamente spettacolare; posti spettacolari e compagni di viaggio sicuramente più che giusti. Tre senza tetto che si sono adattati a qualsiasi situazione.
Tante cose sono accadute nei giorni seguenti:
Andrea ora vive a Perth in casa di altri ragazzi italiani che già conosceva. Dopo tanti tira e molla, momenti di sconforto generale e tanto altro, finalmente è riuscito a trovar un lavoretto nel campo dell'edilizia. È contento e decisamente più sollevato; son felice per lui. Ha passato comunque diverse giornate con noi che siamo invece fissi a Fremantle a circa 30km dalla città. Una cittadina decisamente più tranquilla, ai livelli di Glenelg.
Mi piace come posto, tanta gente giovane, divertimento e tutto sommato si respira un'aria più da backpackers rispetto ad Adelaide.
Ci sono però diverse pecche da sottolineare; non si surfa, tutti i parcheggi sono a pagamento, la vita è più cara rispetto al South Australia e c'è perennemente vento. Purtroppo in estate, qui è così e gli unici che si divertono sono quelli che fanno wind e kitesurfing.
Abbiamo conosciuto già un sacco di gente… ci bastava uscire la sera che qualcuno ci fermava e ci portava fuori a bere.. famosa la volta alla fermata del pullman (..).
Qui ho rivisto anche Elisa… vi ricordate quella ragazza inglese che avevo conosciuto secoli fa in ostello ad Adelaide? […] 25 Febbraio 2014 - In questi giorni ho conosciuto nuova gente e ho passato delle bellissime serate e dei bellissimi momenti. Ho conosciuto una ragazza fantastica di Londra.. la prima sera abbiamo parlato tutta la notte del più e del meno e la seconda sera siamo usciti tirando le 4… è stato tutto bellissimo se non che alle 4.30 è partita per Brisbane.. e chi la rivedrà più. L'Australia è anche questo. […] L'Australia è pure questo… ribeccarla per puro caso in un free barbecue di un ostello in centro a Fremantle.
È una bellissima persona e come dire… un po' mi piace.
Io nel frattempo sto cercando insistentemente lavoro. In teoria avrei già qualcosa nel nuovo anno; un lavoro di grafica per una azienda di autoveicoli. Ma nel frattempo vorrei trovar qualcosa da fare dato che i soldi stanno calando piano piano. Sono stato in attesa di una chiamata da qualche bar o ristorante per tanto tempo e alla fine è arrivata. Sono bastate appena due ore di prova per aver già in mano il contratto da firmare. Faccio il cameriere in pieno centro da Sandrino ahahah.. ok suona buffo ma è un ristorante più che rinomato e tutti quelli che ci lavorano dentro sono davvero fantastici e simpatici. Ci sono anche alcuni italiani e la maggior parte dei ragazzi sono backpackers come me. Pensate che c'è un ragazzo senegalese che ha vissuto per un periodo a Milano e conosce bene Magenta... quanto è piccolo il mondo. Comunque sia nello stesso ristorante ci lavora anche Elisa. Mi piace come lavoro e devo dire che è veramente pesante, non si sta fermi un secondo e il ristorante è sempre busy. La cosa gratificante è che posso bere tutte le bibite che voglio, concedermi una pizza o una pasta in pausa pranzo e bermi una media alla spina a fine serata... altro che il Mondo Café Bar dove c'era concessa solo l'acqua del lavandino...
Nel frattempo la mia strada e quella di Luca si sono separate ancora. Lui ha solo voglia di surfare e di diventare un pro… e fa bene. Non so cosa mi frena a star qui. Ed è per questo che ieri è ripartito per Margaret River in compagnia di una ragazza tedesca e di un inglese conosciuti qui. Tra un'onda e l'altra aspetterà la stagione della vendemmia che è qui alle porte.
Io ora sono qua con il mio van… in giro come un vagabondo eheh. Si dorme al faro o dove si trova un letto.
Fortuna vuole che qualche giorno fa mi sono svegliato presto e fuori non c'era un filo di vento. Ho preso la macchina e ho incominciato a guidare lungo la costa verso nord. Non ci crederete ma c'erano le onde per surfare. Alla faccia di mio fratello che è andato via. Una mattinata di puro relax in attesa di una chiamata per un lavoro.
Ps. Ho riassunto molto velocemente questi giorni qui a Fremantle, ma di cose ne sono successe… ma in particolare non volevo dimenticare una persona. La Susi… ovvero mia mamma che lo scorso 16 dicembre ha compiuto gli anni. Gli ho fatto gli auguri in diretta via telefono, ma non erano abbastanza… abbiamo chiesto ad alcuni amici di farle gli auguri in diverse lingue per poi metterli insieme in un video. Un grande grazie a quella persona che mi ha permesso di intraprendere questa avventura… sicuramente senza di lei non avrei avuto la possibilità di viverla. Tanti auguri mamma e stai tranquilla che i tuoi figli, nel bene e nel male, hanno sempre la testa sulle spalle.
Natale è alle porte... io domani lavorerò fino a sera. Luca dovrebbe venir fin qua in autostop giusto per passar le feste assieme... chissà come andrà a finire domani sera che è la vigilia.... :S
BUON NATALE A TUTTI CARI MIEI!!!