domenica 23 novembre 2014

Welcome in Australia brother

10 Novembre 2014

Sono ufficialmente in vacanza. Già… finalmente posso urlare a squarciagola la seconda parola del mio visto: Holiday. 

Poco più di tre mesi trascorsi in compagnia della famiglia Mcardle: Damian e i genitori John e Julie. Una famiglia semplice, unita e assolutamente generosa; cosa assai difficile da trovare in questi ultimi tempi.
Grazie a loro ho imparato parecchie cose e sicuramente ho acquisito un sacco di esperienza. Chi se lo sognava che un giorno mi sarei ritrovato a lavorare in mezzo al verde, tra alberi di pere e prati infiniti. Chi mai l'avrebbe pensato di ritrovarsi con in mano delle cesoie, potare delle piante da frutto, ripulire la collina dalle erbacce a dagli infestanti da vero giardiniere; ritrovarsi a istallare un impianto di irrigazione, controllare in lungo e in largo nel frutteto se tutto funzionava alla perfezione; selezionare frutta per il supermercato; pulire cisterne, sterilizzarle e infine riempirle di sidro; creare la grafica, le etichette e tutti i restanti materiali grafici per una compagnia che sta avendo un successo e una crescita a livelli esponenziali non da sottovalutare. E tante tante altre cose che nell'arco di questo tempo mi hanno fatto crescere e sicuramente fatto capire che non c'è cosa più bella di lavorare a contatto con la natura e seguire tutti i suoi processi, comprendere le varie fasi di crescita e lavorazione. Tornar a casa distrutto e lercio, con tagli e fiacche sulle mani non era un male ma solo una soddisfazione. Un appagamento per aver fatto qualcosa di utile, pratico e faticoso. Non c'è stata giornata in cui abbia rubato o perso del tempo sebbene il più delle volte mi trovavo da solo in mezzo al nulla senza nessuno che mi controllasse. Voglio bene a queste persone che in così poco tempo sono riuscite a farmi sentire a casa e parte della famiglia, nonché pilastro essenziale all'interno dell'azienda.
L'ultima settimana è volata e la maggior parte dei lavori sono stati portati a termine. Venerdì, l'ultimo giorno era previsto il gran caldo e così è stato. Temperature sopra i 37° e non una nuvola in cielo. Assolutamente impossibile lavorar all'aperto. Un ultimo giorno decisamente fuori dai canoni; una mattinata passata a selezionare MELE. La cosa suonava davvero strana ma si trattava solo di preparare le ceste che poi sarebbero state trasformate in sidro, l'Appleanche, l'unico non ricavato dalle pere.

È stata una mattinata breve e rilassante. Alle 13.00 eravamo già con le gambe sotto il tavolo al ristorante dove già mi avevano portato prima della mia partenza per l'Italia. Un posto davvero carino e un hamburger, come direbbero qua, massive! Con noi c'erano anche Bill e sua moglie. Il caro e vecchio compagno di potature non voleva che andassi via senza salutarlo.
Sono andato via con lui al ritorno e mi ha mostrato casa sua, i suoi terreni e tutti i fiori che coltiva (non ve l'avevo detto: lui è in pensione ma ha comunque questa passione per i fiori che allo stesso tempo è diventato un lavoro). Mi ha mostrato le sue foto da giovane quando ancora biondo, fisicato e con i capelli lunghi surfava tra le magnifiche coste del Western Australia e della Nuova Zelanda. In vero stile da figlio dei fiori… chi l'avrebbe mai immaginato così.
E poi mi ha fatto uscire nel suo backyard (per intenderci il giardino di casa)… uno spettacolo che mi ha lasciato a bocca aperta. Sotto ai nostri piedi la collina cadeva a picco e davanti a noi l'immensità degli eucalipti che ricoprivano tutte le colline. Un posto da film dove a fine serata ti siedi sull'uscio di casa e nel silenzio contempli l'infinità del paesaggio davanti a te. Solo lui e sua moglie. Non riesco nemmeno ad immaginare quali tramonti si possano godere da lassù.

Il sabato seguente ero diventato definitivamente disoccupato; una parola che oramai leggiamo e sentiamo ovunque in Italia, che ci terrorizza e ci persegue; eppure qui non mi spaventa. Qua per fortuna ha tutto un altro suono.
È stata una giornata di puro relax in cui ho colto l'occasione per riorganizzare e lavare il mio van; cosa che non facevo da un sacco di tempo. Ora ha tutto un altro aspetto.

La sera stessa è arrivato Luca, direttamente da Amburgo, dopo aver fatto tappa da un suo amico conosciuto in Nuova Zelanda e che ho avuto il piacere di conoscere la scorsa estate in Italia. A casa lo attendevano una decina di persone per dargli il più caloroso benvenuto (cosa che secondo me non si aspettava).
Dopo aver atteso più di un'ora in aeroporto, eccolo spuntare  dalla porta degli arrivi internazionali. Rasta, barba lunghissima e camicia da boscaiolo. Mi chiedo come abbiano fatto a non fermarlo ai controlli. Si bé, è pur vero che ci hanno messo un po' a farlo uscire dato che non ci credevano che fosse la stessa persona presente sul passaporto.
Tempo un quarto d'ora era già con una bottiglia di birra in mano e tempo un paio si è ritrovato a letto dopo essere stato portato di peso. Bé dai, colpa del jet lag…sì.

I giorni successivi gli abbiamo spesi insieme per risolvere tutte le cose burocratiche: banca, numero di telefono, tax file number e assicurazione medica. E tra una cosa e l'altra l'ho portato a vedere il Botanic Garden di Adelaide. Completamente diverso da come l'avevo visto lo scorso inverno. Fiori e verde in abbondanza e la compagnia di due giardinieri (mio fratello e Andrea) l'hanno reso sicuramente più interessante.

Che dire quella che era la mia esperienza in Australia è tornata ad essere la nostra esperienza. Sta per iniziare un viaggio ancora in compagnia di mio fratello Luca, dopo aver già trascorso assieme un mese lungo la costa ovest dell'isola nord della Nuova Zelanda. Sicuramente cambieranno tante cose; le decisioni da prendere e tutto il resto non saranno più solo mie. Ora con me ci sarà una persona più grande e "forse" più matura. Ma questo non vuol dire che non dovrò preoccuparmi di lui, anzi, conoscendolo forse dovrò tenerlo sempre sott'occhio. 
Ma nel nostro viaggio, almeno fino a Perth, ci sarà con noi anche Andrea da Cuneo, o meglio da Boves, che dopo mesi passati in farm e qualche settimana da disoccupato ha deciso che è tempo di cambiare e di trovare un nuova strada.
Ma prima di tutto questo c'è Kangaroo Island; ma questo cari amici è un altro racconto.












mercoledì 5 novembre 2014

Benvenuto nel Secondo Working Holiday Visa

5 Novembre 2014

Il tempo vola senza nemmeno accorgersene. Sembra ieri quando ho messo piede per la prima volta in questa terra, anche se il calendario mi dice che è già passato più di un anno. Un anno ricco di esperienze, paesaggi e volti. Il 28 ottobre 2013 mi lasciavo alle spalle tutto quello che per 23 anni mi aveva circondato. I miei genitori, la mia casa, i miei fratelli, i parenti, gli amici e le abitudini di tutti i giorni. Lasciavo praticamente tutto, passaporto compreso. È stata una partenza piena di emozioni, pensieri… è stato un viaggio infinito che mi ha fatto sognare tanto e che allo stesso tempo ha tirato fuori tutte le mie paure più nascoste. Ho dormito pochissimo, non riuscivo a togliere gli occhi da quel paesaggio fuori dal finestrino, immerso nel silenzio e nel buio della notte. Un momento unico, in cui mi sono sentito veramente solo.

Tutte le preoccupazioni sono sparite appena ho messo piede nella famosa terra dei canguri dove ho trascorso solo pochissime ore prima di riprendere un altro volo con destinazione Wellington. Pochissime ore che mi hanno mangiato più di un mese di visto. Un visto che mi è scaduto il 30 ottobre scorso; due giorni giusto dopo aver concluso la farm. Una sfida che mi ha portato a lavorare per tre mesi di fila dal lunedì al sabato, otto ore al dì, con solo un giorno di riposo. Un obbiettivo che si è dimostrato una corsa contro il tempo; ma alla fine l'ho raggiunto.
Ed ora eccomi qua. Davanti a me altri 365 giorni da raccontare. Un altro anno lontano da casa. Chi l'avrebbe mai pensato… prima della partenza avevo considerato otto mesi più che sufficienti. Ma l'Australia è capace di farti cambiare decisione da un momento all'altro; qui in fin dei conti sto bene… ho la possibilità di vivere una vita da ragazzo indipendente, con un buon stipendio, una macchina e una casa. Qui almeno non ho la preoccupazione di arrivare a fine mese, di pagare le bollette e tutte le pratiche della macchina.

Nel frattempo in questo arco di tempo sono successe un sacco di cose. Niall e Amy hanno lasciato definitivamente la casa per trasferirsi a Port Noarlunga, Jessy ha già lasciato la stanza per passare l'ultima settimana con la famiglia prima di imbattersi nel suo viaggio intorno all'Australia. In casa siamo rimasti solo io, Claudia, Roberta, Gavin con il suo nuovo mini ma proprio mini van soprannominato "Puffetta", Marshall e ovviamente anche Andrea che dopo aver lasciato il lavoro e la farm è entrato definitivamente a far parte della lista "illegali in casa"; in lui rivedo un po' me stesso mesi fa quando dormivo prima nella camera con le ragazze sul materassino gonfiabile, poi in una camera vuota, poi nella stanza di Luca mentre erano a Bali, poi nel giardino all'interno del mio van… mi sembra passata un'eternità. Un'eternità da quando sono arrivato per la prima volta ad Adelaide. Due mesi e mezzo in ostello in una camerata da otto con ragazzi da tutto il mondo, dove tutti mi conoscevano e dove i capi mi consideravano parte della famiglia. Quasi quattro mesi a lavorare come cameriere, cuoco e bar tender al Il Mondo Café Bar. Un'esperienza da dimenticare, un capo inetto da mandare a quel paese ma al tempo stesso un lavoro che mi ha insegnato parecchie cose (o forse noi le abbiamo insegnate a qualcun altro), mi ha permesso di comprarmi il mio van e al tempo stesso mi ha fatto conoscere quelli che sarebbe stati i miei compagni di vita in questo lungo anno: Claudia, Roberta e Luca.
La voglia di star qua più a lungo mi ha spinto poi verso Renmark e Mildura alla ricerca di una farm per ottenere il secondo anno di visto; ma i tempi di facevano stretti e il biglietto per tornar a casa si faceva sempre più vicino. Due settimane vuote senza trovar nessun impiego. Triste e senza più speranze sono tornato a Glenelg dalla mia "famiglia" e proprio quella sera un certo Damian Mcardle mi ha riacceso la luce che in me si stava piano piano spegnendo.
Un'email diceva che qualcuno aveva risposto al mio annuncio da Graphic Designer su Gumtree postato mesi prima e di cui me n'ero completamente dimenticato. E fu così che feci la grafica per una compagnia produttrice di Cider e allo stesso tempo inizia a lavorarci dentro. 

Ancora due giorni e finirò definitivamente questa esperienza. I bin di pere sono finiti proprio ieri, niente più packing, niente più pere tra le mie mani, niente più ceste da pesare e impilare. In poche parole John e Julie (i genitori) sono ufficialmente in vacanza fino a gennaio, quando inizierà la raccolta.
Le pere crescono a vista d'occhio e il frutteto è diventato una boscaglia. Mesi fa, anche se mi trovavo nel mezzo della collina potevo comunque ammirare tutto il paesaggio che la circondava; ora le foglie coprono l'orizzonte e rendono tutto più segreto e impenetrabile. 
Ma per lo meno regalano ombra e ristoro in questa caldissima e secca primavera. Un fenomeno, che come dicono in farm, non capitava da un sacco di anni. Sole, vento e temperature sopra i 37°. Impossibile stare all'aperto tutto il giorno, eppure l'ho dovuto fare. Giramenti di testa, pelle bruciata e sangue che scende dal naso. Capita anche questo.
Una primavera così secca che ha tinto di giallo quei prati da golf vicino alla mia farm che per tutto l'inverno risplendevano di un verde smeraldo. Così secca che ci ha costretto ad aprire l'impianto di irrigazione nel frutteto, tenendomi occupato giornate intere a sostituire spruzzini, allacciare tubi e montare gli impianti a goccia lungo i filari oramai ultimati. Ora posso tranquillamente andar a far i giardini con i miei fratelli.

Così secca che la mega cisterna d'acqua piovana si è prosciugata, lasciando sul fondo un ammasso di melma e fango che il sottoscritto ha dovuto ripulire per una mattinata intera (laurà da fa no).
Così secca che ha mummificato il brown shake che avevamo ucciso un mese fa e che ora penzola in tutto il suo aspetto inquietante sul mio specchietto retrovisore.
Così dry, come si dice qui, che ci ha costretto a bruciare tutte le ramaglie ammassate durante l'inverno, prima dell'inizio della Bushfires Season che ha inizio settimana prossima. Appiccare fuochi durante questa stagione è severamente vietato data la scarsità di piogge e il clima arido.
È stato un falò o meglio un bonfire molto repentino. In meno di un'ora era già tutto finito. Ma è stato comunque molto bello. In compagnia dei loro amici di famiglia, dei parenti e dei miei coinquilini, seduti davanti alla brace nel buio delle colline di Paracombe. E tra barbecue e birra, il sottoscritto, che quella sera ha acquisito il nome di Luigi, ha affascinato anche i più Aussie con una serie di pizze con l'impasto preparato la sera prima. Ovviamente non poteva mancare quella con zola e pere (blue chees and pears). Una combinazione che li ha stupidi davvero, tant'è che il caro Damian, il giorno dopo mi ha lanciato una sfida preparando lui stesso, su mia indicazione, l'impasto e devo dire che il risultato non è stato niente male.

È una primavera così calda che il bagno in spiaggia è oramai cosa consueta. Tuffi dal pontile, beach volley, relax e tramonti. Il tramonto… il più bello che abbia mai visto in vita mia. Mezz'ora tra un sole rossissimo che si nascondeva piano piano dietro l'oceano e un temporale in arrivo. Fulmini, lampi che toccavano la superficie dell'acqua. Un fenomeno goduto fino all'ultimo prima che la pioggia prendesse il sopravvento. Ma ovviamente quel giorno avevo lasciato la macchina fotografica a casa….

Così calda che è un piacere pulire le cisterne per il cider, imbottigliarlo e gustarselo fresco. Centinaia di litri che sono stati fatti fuori in un solo weekend. La vendita sul mercato sta crescendo in modo esponenziale. Ora si fanno avanti anche i primi hotel (ovvero pub/birrerie) in città. Che dire… questo cider sta avendo un grande successo, culminato anche con la medaglia di bronzo all'Australian Cider Awards. Sono davvero contento per come stanno procedendo le cose, se lo meritano proprio.

88 giorni completati; richiesta del visto fatta e dopo nemmeno un giorno è arrivata l'approvazione. Il giorno stesso in cui abbiamo festeggiato Halloween. Un festone fatto in grande. Con luci ultraviolette, ragnatele e costumi di ogni tipo. Saremo stati più di venti in casa Augusta, in poche parole è venuta giù l'intera farm di Claudia e Roberta. Io ho retto fino alle quattro del mattino con il mio costume pieno di sangue (finto e vero) e con tatuaggi su tutto il corpo; serata culminata con una bella passeggiata in spiaggia con Jessica a combattere contro l'ira del vento tra carrelli della spesa e tavole da surf (un po' complicato da spiegare).

Ancora due giorni e sarò finalmente in vacanza, pronto per ripartire verso una nuova avventura. Questo sabato arriverà Luca e con lui andrò a Kangaroo Island prima del definitivo addio o arrivederci a Glenelg e ai ragazzi. Una partenza che non sarà sicuramente facile. Western Australia, stiamo arrivando.