11 Settembre 2014
Le sorelle Gregori, tutte belle abbronzate, di ritorno dal loro giro in lungo e in largo per l'Australia, sono state accolte con una bella pizza italiana fatta in casa.
Vanessa è tornata in Italia la domenica seguente, lasciando tutta sola la nostra povera Claudia, che ritornò così alla vecchia vita da: <<Sì, ma io mi annoiooo>>.
E fu così che anche lei diventò una farmer: in compagnia di Roberta, passa l'intera giornata a selezionare mele, alzandosi tutte le mattine alle 5.15 per poi tornare a casa insieme a me.
Io invece sto diventando un uomo tutto fare nella Chamberlain Orchards a Paracombe.
Le potature sono finite, Bill si è preso una settimana di vacanza per andare a trovare il figlio nel Western Australia. Il confezionamento e la selezione delle pere però non mancano mai. Oramai è una routine che si ripete tutti i giorni; ma c'è una buona notizia le pere Bosc sono finite!! Per intenderci, le classiche pere snelle color marrone che sfortuna vuole non possono essere selezionate sul classico macchinario che accorcia i tempi e ti risparmia un sacco di fatica. Queste, miei cari, le dovevo prendere in mano una ad una, le dovevo osservare e pesare. Si parlava di migliaia di pere in ogni cassone, per una media di 2/3 cassoni al dì.
Le cose sembravano andare ancora meglio quando Damian aveva finalmente annunciato che la cella contenente i cassoni di pere era finalmente vuota. Evvaiiiiiiiii! Niente più confezionamento!! Quella sera ho dormito sereno, nessuno si sarebbe mai aspettato che il giorno dopo però avrei dovuto aprire la porta di una nuova cella. E alla domanda <<Ma quanti cassoni ci sono in questa cella?>> la risposta è stata <<All'incirca 200>>. Non riporto per iscritto i commenti che mi sono passati per la testa in quel momento.
Bando alle ciance, mi sto trovando davvero bene. Con me sono sempre più gentili e cercano di coinvolgermi nei discorsi sempre di più.
Sto imparando davvero tante cose e sicuramente ne farò bagaglio. Damian teme che un giorno quando tornerò in Italia metterò in piedi una produzione di pere e cider. Vai tranquillo mate, non lo farò.
Tra le tante cose che ho afferrato in queste due settimane, una spicca su tutte le altre; il suo nome è PULIZIA o meglio Cleanliness. In poche parole ho passato le giornate a pulire.
Prima fuori: tagliaerba e decespugliatore in mano a ripulire le sponde attorno alle pompe d'acqua lungo il canale nel frutteto e a combattere contro le durissime erbe infestanti tra i giovani peri. Un'erbaccia che mi ha fatto dannare per diverse mattine, tra litri di miscela e infiniti metri di filo consumati con il risultato di un prato all'inglese, vestiti da buttar via e un'abbronzatura da muratore.
E infine dentro: per prima cosa il capannone, una pulizia da cima a fondo di tutto il pavimento con tanto di idropulitrice; un lavoro, che vedendo la difficoltà nel rimuovere lo sporco, non facevano probabilmente da parecchio tempo.
La pulizia poi è passata a tutta la strumentazione per produrre il cider: taniche, tubi, presse, gabbie ecc ecc. che poi si è evoluta in una vera e propria sterilizzazione. Nessun microbo dovrà venir a diretto contatto con il succo che fuoriuscirà dalle pere. La minima traccia di sporco potrebbe mandare tutto a puten! Non avete idea di come Damian sia pignolo su queste cose. E se lo è ci sarà pur un motivo.
Parlando di cider, qualche giorno fa abbiamo estratto circa 2.300L di juice in sole 6 ore. È affascinante vedere il succo sgorgare lentamente fuori dai fori della pressa in cui sono contenute centinaia e centinaia di pere dall'aspetto davvero orribile ma che in realtà sono sanissime. Già, la prima volta sono rimasto davvero scioccato, pere completamente marroni dall'aspetto ripugnante. A prima vista le avrei definite marce. Invece non è così, dentro sono giallissime e non riesco a capacitarmi di come facciano essere così. Un segreto che Damian non vuole svelarmi.
Il succo attraverso un rubinetto finisce in una tanica dove poi viene pompato in una tanica successiva dopo essere stato filtrato. Qui riposerà per un giorno dopo di che viene aggiunto il lievito. Da lì passano circa 8 settimane, tra trasferimenti in altre taniche e a temperature diverse, prima dell'imbottigliamento finale. Non tutti i produttori di cider produco il succo, la maggior parte lo comprano.
Non contento di aver fatto tutto ciò, Damian ha voluto mostrarmi anche il test di acidità che ogni volta deve fare. Ma voi ci pensate che questo ragazzo fa tutto questo da solo?? E il business sta prendendo piede mica male. Mi chiedo come farà in un futuro.
Il futuro dà uno sguardo anche al frutteto; nuove tecniche vengono sperimentate sui nuovi alberi. In compagnia di Damian (qua si chiamano tutti così), il vicino quello che produce vino e ha infiniti filari sulle colline qua intorno e che per diversi anni ha lavorato in Italia e che a fatica spiccica qualche parola, abbiamo impiantato tutta una serie di pali a cui poi verranno affissi dei fili. Per intenderci le nuove piante cresceranno a V; una tecnica molto usata nei frutteti di mele e pere in Italia. Un lavoro decisamente interessante. Chissà, un giorno, fra vent'anni potrò vedere su Google Maps questi filari rigogliosi e pieni di frutti.
A proposito: questo è l'indirizzo, inseritelo nella mappa e date un'occhiata ai posti in cui lavoro: 169 Murphy Road, Paracombe, Australia Meridionale, Australia (ma probabilmente la mappa non è aggiornata). E se volete vedere la mia casa a Glenelg questo è l'indirizzo: 27 Augusta Street, Glenelg Australia Meridionale, Australia.
In questi giorni non ci sono solo i pappagalli e gli ibis a farmi compagnia ma anche una strana coppia di canguri molto curiosi che l'altro giorno senza accorgermene si sono appostati proprio dietro di me ad un paio di metri di distanza.. e non vi dico che colpo ho preso.
Nel frattempo sto incominciando a conoscere anche il vicinato; qui tutti producono qualcosa e che sia vino o pere non importa, non c'è competizione; tutti si aiutano, si salutano e si vogliono bene, si danno consigli e si scambiano i prodotti.
E tra i vicino spuntano sempre più italiani; i vecchi emigrati provenienti dal sud; li riconosci subito: dai tratti ma soprattutto dall'accento. Fra due venerdì mi aspetta una cena al Club di Bocce full di italiani di una certa età. Alé
Il tempo qui non si sa cosa voglia fare. Il sole e il caldo si alternano alla pioggia e al vento che in una delle scorse sere si sono trasformati in un forte temporale.
Un vento che non cessa mai di soffiare e che per tutto il weekend ci ha perseguitato. Un venerdì sera come ai vecchi tempi in compagnia di Claudia, Luca e Jesse, un sabato a lavorare e una domenica a Port Elliot. Un unico giorno di relax tra pranzo al sacco e passeggiate lungo la spiaggia, culminata con un tramonto ad Aldinga Beach.
Il gossip di questa settimana dice che una nuova moda ha preso piede nella casa di Augusta St. Quella del tagliarsi i capelli tra coinquilini. Luca a me, io a Luca e io a Jesse (con risultati pessimi). L'alcool, l'inesperienza e la demenza hanno dato vita a dei tagli praticamente identici e a dir poco imbarazzanti. Un mix tra Jim Carrey in Scemo e più scemo e Brad Pitt in Bastardi senza gloria. Dai forse ci avviciniamo di più a Brad (ma non per il taglio).
Martedì ho accompagnato in aeroporto il caro e vecchio Luca. Per lui iniziano le tre settimane intorno all'Australia, tra Melbourne, Tasmania, Brisbane ecc ecc. Finalmente si torna ad avere un letto tutto mio (nell'ultima settimana lo condividevo con Claudia) e finalmente si torna a dormire! Niente più rumori sospetti in camera! Luca ha deciso di far conoscere la sua nobile arte nel russare nei vari ostelli della East Coast. L'ultima cena ha visto serviti sul tavolo una buonissima pasta con il pesce e i frutti di mare e dei bottiglioni di buonissima birra italiana, che a saperlo prima che la vendevano anche qui avremmo fatto le scorte per tutto l'inverno.
Che dire… la vita procede o meglio il lavoro va avanti. Sono a quota 50 giorni di far. Le x sul calendario dicono che mi mancano 38 giorni e che non dovrò sgarrare più; già... sono stato a casa un giorno causa febbre e mal di gola allucinante. Alla fine ci si ammala anche qui.
Il prossimo weekend (dato che questo sabato non lavoro) c'è in programma un camping dalle parti di Rapid Bay.. non lontano da Kangaroo Island. Io, Claudia e Jesse con il suo nuovo bolide. Un van che è fornito di tutto, più della macchina di James Bond. Alla fine gli abbiamo passato la voglia di viaggiare e di conoscere meglio il suo Paese. Mollato il lavoro, ad ottobre inizierà la sua avventura. Senza una meta specifica e una data di scadenza. Che figata.
Ps. Il 9 settembre c'è stato un terribile attacco da parte di uno squalo a Clarkes Beach a Byron Bay… uno della spiagge dove ho provato a surfare e dove ero solito andare. Uno squalo bianco. Per il signore di 50 anni non c'è stato nulla da fare. Senza più una gamba è morto in poco tempo dissanguato. Una disgrazia ma allo stesso tempo una rarità. Come ha scritto una ragazza che ho conosciuto là: God bless the person who die and frogive the animal that had no idea what it was doing. Qui l'articolo in italiano e il video dello squalo: http://www.iloveaustralia.it/ surfista-ucciso-squalo-byron- bay/





















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