martedì 23 settembre 2014

Just as long as you gon' get home, you get home.

23 Settembre 2014

Just as long as you gon' get home, you get home.

Una bellissima frase tratta dalla canzone Get Home del nuovo album di Angus & Julia Stone.  Il duo australiano di Newton che venerdì 12 settembre ha incantato con le sue note folk il Thebarton Theatre di Adelaide. Ho sempre desiderato poter veder dal vivo questi due fratelli (fratello e sorella); il loro genere musicale e il loro particolare stile vocale mi ha sempre affascinato. Lui, timido,  barbuto, con i capelli lunghi  poco curati e la sua bottiglia di vino rosso; lei invece, ragazza alternativa, con frangia e tipici tratti da australiana, con il suo bel bicchiere di rhum o whisky (aveva il suo fascino). Anche questa volta ero da solo e a pochi passi dal palco, riuscendo così a scattare qualche bella foto; ma a metà concerto ho deciso di piantarla lì; la musica e la voce di lei erano così belle da non poter essere seguite nella loro totalità. Circa due ore di concerto che hanno ripercorso i successi degli album precedenti e le novità dell'ultimo uscito lo scorso maggio. Le ultime due  canzoni da brivido, solo loro due sul palco.. qualche minuto di sorrisi e scambio di sguardi; Lei <<Te la ricordi quella canzone che suonavamo spesso tempo fa?>> Lui <<Non so se me la ricordo tutta>>... e fu così che fu lei a dimenticarsi una strofa. Hanno chiuso con Santa Monica Dream dall'album Down The Way... una buona notte cantata insieme. Un abbraccio finale, un abbraccio fraterno e ricco di emozioni. Un concerto davvero bello, il secondo in Australia e anch'esso azzeccato.

Non vorrei però tralasciare i giovani ragazzi di Brisbane che hanno aperto la serata; loro sono i Vancouver Sleep Clinic il cui cantante, appena 17enne, ebbe la sua illuminazione musicale dopo aver sentito due album che io stesso ho potuto gustarmi dal vivo:  For Emma, Forever Ago di Bon Iver e Valtari dei Sigur Ros. Ad alcuni potrebbe non piacere queste genere.. io lo trovo sensazionale e dal vivo ha tutto un altro effetto. Chiudete gli occhi e fatevi trasportare da questo mix di suoni provenienti da un'altra era. Vancouver Sleep Clinic - Vapour

Il fine settimana non poteva iniziar meglio.. concerto il venerdì e campeggio il sabato e la domenica (l'unico weekend di due giorni). Ce la siamo presa proprio comoda io, Jesse e Claudia. Mentre sistemavo il van e montavo il letto, loro hanno preparato una ciccionissima colazione australiana, uova, bacon, toast + cappuccino.
L'idea era di campeggiare a Rapid Bay e di passar la giornata a pescare. Per questo motivo abbiamo fatto un salto da Kmart a comprare l'attrezzatura necessaria. Mi sono preso un canna da pesca ignorantissima e dei cucchiaini... erano anni che non andavo a pescare, da quando si andava sul Naviglio ai tempi delle medie. Siamo usciti con reti, canne, lenze manco stessi andando a caccia di Marlin. Non una nuvola in cielo... Io con il mio van e Jesse con il suo nuovo bolide. Un furgoncino Ford adattato a van; in poche parole una casa su quattro ruote.

Non ero mai sceso lungo la costa oltre Aldinga; i paesaggi sono completamente diversi lungo la Main South Rd. Per un momento mi sembrava di essere ritornato in Nuova Zelanda; colline, distese infinite di verde, prati ricoperti di fiori e macchie bianche, pecore. In giro non una casa, non un paesino... la gente in macchina quando ti incrociava alzava due dita dal volante in segno di saluto. E' proprio vero, sono tornato nella terra dei Kiwi.

Una sguardo veloce alla spiaggia di Second Valley e poi diretti al molo di Rapid Bay. Il mare era calmissimo, la giornata decisamente estiva. Buona pesca caro Jesse. Risultato finale? Due ore circa senza nemmeno un'abboccata da entrambe le parti. Io poi lasciamo stare, ho passato la prima mezz'ora a cercare di rifar su tutto il filo sul mulinello, per tagliar via infine circa 30 metri di filo, la seconda a lanciare a vuoto, la terza è iniziata così: lancio.. Plufff <<Jesse hai buttato qualcosa in acqua?>> <<No mate!>> al secondo lancio vedo partire la manovella del mulinello che si ferma proprio sul bordo del pontile. Un centimetro più in là e sarebbe finita in acqua. In poche parole nel lancio precedente mi era finita dentro la vite che la teneva salda al mulinello. Ma niente paura.. il lunedì dopo sono tornato al centro commerciale e ho semplicemente rubato la vite da un'altra canna e ora è tutto a posto :). L'ultima mezz'ora invece l'ho dedicata ad una bella birra fresca.

La giornata è finita in fretta e si è fatto buio in poco tempo. Tavolini tra i due van, barbecue e pasta al sugo. Birra a volontà che usciva dal frigo di Jesse, musica tutta la sera (dal sui impianto stereo che nemmeno i fratelli Zanfretta hanno così potente), luce led ecc ecc. Bé facile quando si ha un pannello solare sul tetto, più batterie e un assetto elettrico a dir poco geniale. Tra una risata e l'altra ho sperimentato il mio primo Time Lapse notturno... un'ora di foto per catturare il movimento della volta celesta e, fortuna vuole, anche di alcune stelle cadenti. Un risultato sorprendente ma ancora da studiare e perfezionare: My first Time Lapse

Il giorno successivo, dopo aver fatto colazione a Cape Jervis, ovvero al punto di sbarco dei traghetti per Kangaroo Island, così vicina alla costa ma allo stesso tempo così misteriosa e solitaria, io e Claudia abbiamo continuato la nostra rotta verso sud arrivando tramite una strada sterrata fino al Deep Creek Conservation Park. Avremmo dovuto versare 10$ per poter accedere a quella strada... ma purtroppo eravamo privi di contanti e siamo riusciti ad arrivare a mala pena a 5$. Con una lettera di scuse firmata Thelma & Louise e un numero di targa fasullo siamo arrivati fino al punto in cui Cody poteva ancora arrampicare, da lì in poi è iniziata la nostra discesa fino a Blowhole Beach.
Davanti a noi l'immensità dell'oceano, la solitudine di Kangaroo Island e le verdi colline della Fleurieu Peninsula. Senza accorgercene immediatamente, eravamo circondati da pecore e canguri. Piccole famigliole sotto i primi raggi del sole primaverile. Mamma, cucciolo nel marsupio e papà... ho meglio boxeur peso massimo di due metri a pochi metri da loro. Canguri spaventosamente grandi e all'apparenza poco amichevoli. Inconsapevoli delle condizioni del terreno abbiamo deciso che forse era meglio camminare a piedi nudi piuttosto che in infradito, rischiando di scivolare lungo i pendii di erba e sterco di marsupiale. E come in Tre Uomini e Una Gamba, dopo aver appoggiato un piede su una sporgenza a forma di zoccolo di gnù e una rientranza a forma di nido di chiurlo, scoprimmo che c'era una grazioso sentiero che girava tutt’attorno alla costa.
Blowhole Beach è davvero bella, accessibile a pochi e forse per quello così affascinante. A saperlo prima che non lontano da casa c'era una posto così bello, ci sarei andato sicuramente più spesso. Di sicuro ci porterò mio fratello quando arriverà qua i primi di novembre e se le condizioni atmosferiche lo permetteranno mi piacerebbe percorrere a piedi tutto il sentiero che attraversa questo parco naturale.

La settimana seguente ha visto lo sbocciare dei primi fiori nel frutteto che da lì a pochi giorni avrebbero riempito l’intera collina di una sfumatura bianca. Io ho passato quasi tutte le giornate con decespugliatore in mano a tagliare l’erba e a spruzzare il diserbante tra gli young trees; ero la copia spudorata di Ceccherini nel Il Ciclone. Nel frattempo i filari sono quasi ultimati.. ci sono da tendere ancora alcuni fili metallici e poi sarà tutto pronto per dar la forma ai rami. La famigliola di canguri mi fa sempre più spesso compagnia e col passare del tempo prendono sempre più confidenza. Pensate che qualche giorno fa mi sembrava stessero giocando a 1,2,3 stella… quando io iniziavo a camminare loro mi seguivano e quando io mi voltavo loro si fermavano di botto. Hanno pure voglia di scherzare.
Giovedì abbiamo fatto pulizia di tutta la ferraglia presente nell’azienda; in poche parole abbiamo ripulito un’intera area ricoperta di vecchi macchinari e attrezzature oramai arrugginite che appartenevano al nonno del nonno del nonno del nonno. Alcune cose a mano ed altre con il trattore in poco meno di metà giornata abbiamo riempito tutto il cassone di un camion; ferraglia arrugginita in cambio di soldi… un modo per ripulire una discarica a cielo aperto e allo stesso tempo intascarsi qualche soldo. Un laurà da ciula e poco sicuro, confermato anche dal bel brown snake saltato fuori dopo aver spostato una lamiera. Considerato come il secondo serpente più velenoso al mondo e responsabile del maggior numero di decessi in Australia. Per fortuna Damian era sul trattore ed è riuscito ad inforcarlo all’istante. Purtroppo abbiamo dovuto farlo fuori per la sicurezza di tutti; ora che arriva la stagione calda si faranno vedere sicuramente molto più spesso, ma alla fine è più facile che scappino via prima ancora di vederli.

La settimana non poteva procedere in meglio. Forse vi è già giunta la notizia del mio computer dimenticato sul tettuccio del van mentre andavo al lavoro e ritrovato da un ragazzo sulla Anzac Hwy completamente distrutto: schermo e tastiera andati... Eppure funziona ancora! Ma è praticamente impossibile usarlo. Questo weekend andrò a sentire se converrà ripararlo o no. Soldi che entrano, soldi che escono e piani di viaggio che sfumano.

Il weekend precedente l’ho totalmente dedicato al dimenticare questo fatto. Serata fuori a Glenelg sabato sera e grigliata a casa sotto una bellissima giornata di sole la domenica a pranzo. Una domenica di puro relax in famiglia e in compagnia di alcuni ragazzi della farm di Claudia e Roberta. Una giornata pressoché estiva tanto da concedermi il mio primo bagno stagionale a Glenelg. Che dire… si tira avanti; un giorno si è ricchi e il giorno dopo si torna poveri. I giorni di farm stanno piano piano scalando; siamo a quota -30.




























giovedì 11 settembre 2014

Il vero segreto è tener tutto pulito

11 Settembre 2014

Le sorelle Gregori, tutte belle abbronzate, di ritorno dal loro giro in lungo e in largo per l'Australia, sono state accolte con una bella pizza italiana fatta in casa. 
Vanessa è tornata in Italia la domenica seguente, lasciando tutta sola la nostra povera Claudia, che ritornò così alla vecchia vita da: <<Sì, ma io mi annoiooo>>.
E fu così che anche lei diventò una farmer: in compagnia di Roberta, passa l'intera giornata a selezionare mele, alzandosi tutte le mattine alle 5.15 per poi tornare a casa insieme a me.

Io invece sto diventando un uomo tutto fare nella Chamberlain Orchards a Paracombe.
Le potature sono finite, Bill si è preso una settimana di vacanza per andare a trovare il figlio nel Western Australia. Il confezionamento e la selezione delle pere però non mancano mai. Oramai è una routine che si ripete tutti i giorni; ma c'è una buona notizia le pere Bosc sono finite!! Per intenderci, le classiche pere snelle color marrone che sfortuna vuole non possono essere selezionate sul classico macchinario che accorcia i tempi e ti risparmia un sacco di fatica. Queste, miei cari, le dovevo prendere in mano una ad una, le dovevo osservare e pesare. Si parlava di migliaia di pere in ogni cassone, per una media di 2/3 cassoni al dì.
Le cose sembravano andare ancora meglio quando Damian aveva finalmente annunciato che la cella contenente i cassoni di pere era finalmente vuota. Evvaiiiiiiiii! Niente più confezionamento!! Quella sera ho dormito sereno, nessuno si sarebbe mai aspettato che il giorno dopo però avrei dovuto aprire la porta di una nuova cella. E alla domanda <<Ma quanti cassoni ci sono in questa cella?>> la risposta è stata <<All'incirca 200>>. Non riporto per iscritto i commenti che mi sono passati per la testa in quel momento.
Bando alle ciance, mi sto trovando davvero bene. Con me sono sempre più gentili e cercano di coinvolgermi nei discorsi sempre di più.

Sto imparando davvero tante cose e sicuramente ne farò bagaglio. Damian teme che un giorno quando tornerò in Italia metterò in piedi una produzione di pere e cider. Vai tranquillo mate, non lo farò.
Tra le tante cose che ho afferrato in queste due settimane, una spicca su tutte le altre; il suo nome è PULIZIA o meglio Cleanliness. In poche parole ho passato le giornate a pulire.

Prima fuori: tagliaerba e decespugliatore in mano a ripulire le sponde attorno alle pompe d'acqua lungo il canale nel frutteto e a combattere contro le durissime erbe infestanti tra i giovani peri. Un'erbaccia che mi ha fatto dannare per diverse mattine, tra litri di miscela e infiniti metri di filo consumati con il risultato di un prato all'inglese, vestiti da buttar via e un'abbronzatura da muratore.
E infine dentro: per prima cosa il capannone, una pulizia da cima a fondo di tutto il pavimento con tanto di idropulitrice; un lavoro, che vedendo la difficoltà nel rimuovere lo sporco, non facevano probabilmente da parecchio tempo.
La pulizia poi è passata a tutta la strumentazione per produrre il cider: taniche, tubi, presse, gabbie ecc ecc. che poi si è evoluta in una vera e propria sterilizzazione. Nessun microbo dovrà venir a diretto contatto con il succo che fuoriuscirà dalle pere. La minima traccia di sporco potrebbe mandare tutto a puten! Non avete idea di come Damian sia pignolo su queste cose. E se lo è ci sarà pur un motivo.
Parlando di cider, qualche giorno fa abbiamo estratto circa 2.300L di juice in sole 6 ore. È affascinante vedere il succo sgorgare lentamente fuori dai fori della pressa in cui sono contenute centinaia e centinaia di pere dall'aspetto davvero orribile ma che in realtà sono sanissime. Già, la prima volta sono rimasto davvero scioccato, pere completamente marroni dall'aspetto ripugnante. A prima vista le avrei definite marce. Invece non è così, dentro sono giallissime e non riesco a capacitarmi di come facciano essere così. Un segreto che Damian non vuole svelarmi.
Il succo attraverso un rubinetto finisce in una tanica dove poi viene pompato in una tanica successiva dopo essere stato filtrato. Qui riposerà per un giorno dopo di che viene aggiunto il lievito. Da lì passano circa 8 settimane, tra trasferimenti in altre taniche e a temperature diverse, prima dell'imbottigliamento finale. Non tutti i produttori di cider produco il succo, la maggior parte lo comprano.
Non contento di aver fatto tutto ciò, Damian ha voluto mostrarmi anche il test di acidità che ogni volta deve fare. Ma voi ci pensate che questo ragazzo fa tutto questo da solo?? E il business sta prendendo piede mica male. Mi chiedo come farà in un futuro.

Il futuro dà uno sguardo anche al frutteto; nuove tecniche vengono sperimentate sui nuovi alberi. In compagnia di Damian (qua si chiamano tutti così), il vicino quello che produce vino e ha infiniti filari sulle colline qua intorno e che per diversi anni ha lavorato in Italia e che a fatica spiccica qualche parola, abbiamo impiantato tutta una serie di pali a cui poi verranno affissi dei fili. Per intenderci le nuove piante cresceranno a V; una tecnica molto usata nei frutteti di mele e pere in Italia. Un lavoro decisamente interessante. Chissà, un giorno, fra vent'anni potrò vedere su Google Maps questi filari rigogliosi e pieni di frutti.
A proposito: questo è l'indirizzo, inseritelo nella mappa e date un'occhiata ai posti in cui lavoro: 169 Murphy Road, Paracombe, Australia Meridionale, Australia (ma probabilmente la mappa non è aggiornata). E se volete vedere la mia casa a Glenelg questo è l'indirizzo: 27 Augusta Street, Glenelg Australia Meridionale, Australia.
In questi giorni non ci sono solo i pappagalli e gli ibis a farmi compagnia ma anche una strana coppia di canguri molto curiosi che l'altro giorno senza accorgermene si sono appostati proprio dietro di me ad un paio di metri di distanza.. e non vi dico che colpo ho preso. 

Nel frattempo sto incominciando a conoscere anche il vicinato; qui tutti producono qualcosa e che sia vino o pere non importa, non c'è competizione; tutti si aiutano, si salutano e si vogliono bene, si danno consigli e si scambiano i prodotti.
E tra i vicino spuntano sempre più italiani; i vecchi emigrati provenienti dal sud; li riconosci subito: dai tratti ma soprattutto dall'accento. Fra due venerdì mi aspetta una cena al Club di Bocce full di italiani di una certa età. Alé

Il tempo qui non si sa cosa voglia fare. Il sole e il caldo si alternano alla pioggia e al vento che in una delle scorse sere si sono trasformati in un forte temporale.
Un vento che non cessa mai di soffiare e che per tutto il weekend ci ha perseguitato. Un venerdì sera come ai vecchi tempi in compagnia di Claudia, Luca e Jesse, un sabato a lavorare e una domenica a Port Elliot. Un unico giorno di relax tra pranzo al sacco e passeggiate lungo la spiaggia, culminata con un tramonto ad Aldinga Beach.

Il gossip di questa settimana dice che una nuova moda ha preso piede nella casa di Augusta St. Quella del tagliarsi i capelli tra coinquilini. Luca a me, io a Luca e io a Jesse (con risultati pessimi). L'alcool, l'inesperienza e la demenza hanno dato vita a dei tagli praticamente identici e a dir poco imbarazzanti. Un mix tra Jim Carrey in Scemo e più scemo e Brad Pitt in Bastardi senza gloria. Dai forse ci avviciniamo di più a Brad (ma non per il taglio).

Martedì ho accompagnato in aeroporto il caro e vecchio Luca. Per lui iniziano le tre settimane intorno all'Australia, tra Melbourne, Tasmania, Brisbane ecc ecc. Finalmente si torna ad avere un letto tutto mio (nell'ultima settimana lo condividevo con Claudia) e finalmente si torna a dormire! Niente più rumori sospetti in camera! Luca ha deciso di far conoscere la sua nobile arte nel russare nei vari ostelli della East Coast. L'ultima cena ha visto serviti sul tavolo una buonissima pasta con il pesce e i frutti di mare e dei bottiglioni di buonissima birra italiana, che a saperlo prima che la vendevano anche qui avremmo fatto le scorte per tutto l'inverno.

Che dire… la vita procede o meglio il lavoro va avanti. Sono a quota 50 giorni di far. Le x sul calendario dicono che mi mancano 38 giorni e che non dovrò sgarrare più; già... sono stato a casa un giorno causa febbre e mal di gola allucinante. Alla fine ci si ammala anche qui.

Il prossimo weekend (dato che questo sabato non lavoro) c'è in programma un camping dalle parti di Rapid Bay.. non lontano da Kangaroo Island. Io, Claudia e Jesse con il suo nuovo bolide. Un van che è fornito di tutto, più della macchina di James Bond. Alla fine gli abbiamo passato la voglia di viaggiare e di conoscere meglio il suo Paese. Mollato il lavoro, ad ottobre inizierà la sua avventura. Senza una meta specifica e una data di scadenza. Che figata.

Ps. Il 9 settembre c'è stato un terribile attacco da parte di uno squalo a Clarkes Beach a Byron Bay… uno della spiagge dove ho provato a surfare e dove ero solito andare. Uno squalo bianco. Per il signore di 50 anni non c'è stato nulla da fare. Senza più una gamba è morto in poco tempo dissanguato. Una disgrazia ma allo stesso tempo una rarità. Come ha scritto una ragazza che ho conosciuto là: God bless the person who die and frogive the animal that had no idea what it was doing. Qui l'articolo in italiano e il video dello squalo: http://www.iloveaustralia.it/surfista-ucciso-squalo-byron-bay/