martedì 26 agosto 2014

Subito con le mani tra le pere

26 Agosto 2014

Ridendo e scherzando sono passate poco più di due settimane dal mio ritorno in Australia. Il mio breve passaggio in Italia scorre nella mia testa come un vecchio ricordo. L'immersione nel freddo australiano è stata traumatica, ma per fortuna mi sono perso le gelate e gli acquazzoni del mese di luglio.

Mercoledì 13 agosto, la sveglia ha ripreso a suonare alle 6.00; il buon giorno si vede dal mattino: fumo che esce dalla bocca e pinguini che saltano fuori dal piumone; io e il buon Ferrari abbiamo fatto diverse mattine ad uscire assieme alle prime luci dell'alba, sebbene lui iniziasse molto prima di me.
Avevo già voglia di tornar indietro in Italia; ma chi me lo fa fare di prendere tutto questo freddo e di svegliarmi a quest'ora per due mesi e mezzo di fila?? E poi ho pensato a tutto quello che mi aspetterà dopo l'esperienza in farm, alle mille strade che potrò prendere e a tutti quei posti che aspettano solo di essere visti.

Arrivato in quel di Paracombe a casa Mcardle ho finalmente rivisto il caro vecchio Bill e i genitori John e Julie. I visi sorridenti erano sempre quelli; un abbraccio, un bacio e una stretta di mano; quattro parole in croce di cui solo una compresa (se già prima facevo fatica a capirli figuriamoci dopo un mese senza aver parlato inglese) e subito con le mani tra le "pere". Ore infinite a selezionare questo dolce pomo dalle mille forme e colori; 13kg nei cartoni che finiranno nei mercati, 15 chili nelle ceste di plastica che finiranno nel reparto frutta e verdura di Coles e 11 ceste da 20kg di pere di seconda scelta; questi sono gli standard da seguire quasi tutte le mattine; i cassoni di pere finiscono tutti quanti in una vasca con acqua e sale per poi finire su un rullo, dove avviene la prima selezione (quella aspetta sempre a John e Julie), dopo di che finiscono su un nastro per poi cadere in base al diametro in altri rulli; quattro per la precisione: formato 80, 90, 100 e 110.
Qui il sottoscritto le ripassa di nuovo e le confeziona, pesa la cesta, la etichetta e la impila sui bancali. In tutto questo vi starete chiedendo… ma il sale cosa centra? A far venire a galla tutte le pere contenute nei cassoni, che poi nell'acqua corrente finiranno sul rullo trasportatore.
Un numero infinito di pere raccolte nel periodo tra gennaio e febbraio e che a vederle sembrano ancora nuove e assaggiandole appaiono come appena raccolte. Il segreto? Le pere per tutto quel lasso di tempo rimangono in celle prive di ossigeno a una temperatura di 0°. Roba che se entri muori all'istante. Quando è tempo di confezionarle la cella ritorna ad essere "abitabile" anche se la temperatura rimane a 0° e il soffitto e completamente congelato. Packham, Josephine, Bosc e D'Anjou.. queste le qualità che mi capitano spesso tra le mani.
Un giorno ho assisto anche alla spremitura del succo.. ma nessuno mi aveva detto che il giorno seguente avrei dovuto riempire una ad una 100 bottiglie o più.

Oramai sono parte del gruppo e non c'è più bisogno di dirmi cosa devo fare e come devo farlo. Il venerdì seguente sono andato direttamente nel frutteto a potare una serie di peri novelli senza che nessuno fosse lì a controllarmi; Bill infatti mi ha raggiunto solo nella tarda mattinata. Distese infinite di Packham da potare, non finiranno mai! Ma ogni albero è diverso dall'altro. Ogni albero ha la sua forma ed è affascinante modellarli e studiare il loro andamento e scegliere quella che è la soluzione migliore, quella che porterà ad avere un albero ricco di frutti.

Nel weekend si è fatta rivedere Roberta, la nostra sicula. La farm la sta completamente distruggendo e la distanza con il posto di lavoro l'ha costretta a trasferirsi in ostello in centro ad Adelaide. Lì ci sono alcune sue colleghe e tutte le mattine ha il passaggio assicurato. Ma abbiamo comunque avvertito il tizio della reception: <<Se non fa la brava, veniamo a riprendercela! State tranquilli>>.
È tornato anche l'australiano di casa: Jesse! Dopo il mese passato in Scozia a casa di un suo vecchio amico. Per lui piccola festa a sorpresa, ma soprattutto una bella sorpresa in aeroporto e nella sua stanza. Mai lasciar le chiavi alla ragazza. Potresti trovarti cose inaspettate… tipo una camera sottosopra.
Nel frattempo io e il buon Ferrari ci siamo concessi una sorprendete gita fuori porta a Mount Lofty a circa 15km da Adelaide. Una passeggiata di 4,5 km… una roba da ragazzi insomma. Spavaldi, con scarpe da ginnastica griffate, cappellino alla Aussie e reflex, ci siamo inerpicati partendo dalla Waterfall Gully su per un sentiero che avrà avuto una pendenza minima di 45°. Nonostante tutto c'era un sacco di gente che la faceva correndo. Io e il buon Ferrari abbiamo incominciato a toglierci gli strati di vestiti dopo nemmeno 10 minuti. Al 20esimo minuto abbiamo avuto le prime visioni e a pochi metri dalla vetta il mio fedele compagno giura di aver visto San Pietro sorridergli dall'alto di un eucalipto. Il tutto per arrivare a soli 727 metri di quota. Ma il panorama era da mozzafiato: a sinistra Adelaide con tutti i suo sobborghi (persino Glenelg) e a destra la Picadilly Valley.
Prima di tornar a casa tappa d'obbligo a Port Noarlunga dove alcuni giovani locals tentavano di surfare delle onde basse e molto lente, finché la mamma, direttamente dalla finestra di casa, li ha richiamati dicendogli che la grigliata era pronta.

I giorni successivi, se qualcuno da fuori avesse osservato la vita in casa ad Augusta St, probabilmente avrebbe pensato di essere finito per sbaglio all'Istituto Golgi di Abbiategrasso. Ore sei sveglia, ore 18.00 rientro a casa, palestra (o meglio riabilitazione - quando c'erano ancora le forze), doccia, cena, film italiano ignorante (sempre se c'erano le forze) e branda… con il buon Luca che si addormentava in posizione supina con il computer in mano, magari nel bel mezzo di un discorso. Mai vista una persona che si addormenta in così poco tempo. Per lui la posizione in orizzontale è fatale! Qui le pagelle: Abilità nel non far cadere il pc mentre dorme 10, Insonnia 0, Russata 10, Riflessi 6. Qui non si dorme un c….

Per fortuna il venerdì seguente abbiamo avuto la possibilità di uscire. Party a casa Diana. Pizza & Capirinha per un mix di Italia e Brasile. Ovviamente pizza fatta in casa con l'impasto preparato dal sottoscritto la sera prima. È uscita una bomba ma alla fine il match è finito 1 a 1. I brasiliani si sono salvati al 90' con un ottimo mix di lime, zucchero, ghiaccio e cachaça (direttamente dal brasile). Le condizioni della serata hanno decretato che la partita finisse ai supplementari; così mi sono fermato lì a dormire e al mattino (sabato mattina) la sveglia è suonata di nuovo. Si torna in farm ad imbottigliare il cider. Ebbene sì… ora si lavorerà anche al sabato.

È stata un'emozione poter incollare sulle bottiglie quelle etichette che poco tempo fa ero lì a disegnare al computer. Sono splendide e ci stanno alla perfezione. Il lavoro è piaciuto tanto e Damian non smette mai di farmi i complimenti. Ventiquattro bottiglie per ogni scatolone, ognuno con su quel logo creato sempre da me. Scatolini che finisco sui banchi del mercato e che da settimana scorsa hanno fatto ingresso anche in un liquor store dove sono andati a ruba. 94$ a cassa.. alla faccia! 
Poi è arrivato il momento dell'imbottigliamento. Mi ha ricordato gli anni passati, quando spesso mi trovavo nel portico di mio nonno a mettere il tappo alle bottiglie di vino. I macchinari sono "leggermente diversi" e le damigiane sono decisamente più grandi. Dalle 10.30 alle 18.30 per un totale di 1.120 bottiglie chiuse a mano una ad una. Bottiglie sterilizzate il giorno prima, riempite di cider, chiuse, pastorizzate a 65° per togliere tutti i batteri, etichettate ed infine impacchettate.
In tutto questo è sbalorditivo vedere come Damian ci metta passione e determinazione in questa sua nuovo impresa che ha preso piede solo due anni fa. Una passione che l'ha portato a visitare posti come Germania, Regno Unito, Olanda e infinite Italia, per scoprire tutti i segreti sulla lavorazione, le varie tecniche e i procedimenti di fermentazione e i macchinari necessari per la produzione di un sidro perfetto. Credetemi il 90% dei macchinari dell'azienda (trattori compresi) e delle strumentazioni hanno marchi italiani. La cosa mi fa sentire un po' a casa. Lui dice che come i prodotti italiani non ce n'è.

Nel frattempo dimenticavo di sottolinearlo. Il freddo e il vento dal sud hanno lasciato spazio a delle giornate mozzafiato dove la temperatura media si aggira attorno ai 17° e il più delle volte si lavora in maglietta. Iniziano a comparire i primi fiori nel frutteto La mia faccia è già bella abbronzata e i miei capelli diventano sempre più chiari. Forse sarà anche per la bellissima domenica passata a surfare lungo le spiagge di Port Noarlunga.
Ebbene sì… si ritorna in acqua. Con una muta senza maniche e piedi, piena di squarci, lasciate dal fratello prima della partenza da Byron Bay e una tavola 6'4'' degli anni '70 con una sola pinna che mi è stata gentilmente prestata o molto probabilmente regalata da il mio caro amico Bill (il signore 64enne con cui poto). <<I'm too fat man! Take it and get wet!!!>> Un idolo… ho una tavola tutta mia e ora anche una  muta in più (regalatami giusto oggi.. che poi sembra tanto una delle tute da sci usata da Boldi in vacanze di Natale '95).
Io, Niall, Amy e Andy nelle fredde acque invernali. Una giornata mozzafiato; le condizioni delle onde non erano male… alte al punto giusto e forti abbastanza per staccarmi due volte la tavola dal piede lasciandomi in balia dell'oceano. Alla terza ho deciso di staccare il vecchio leash in corda degli anni '70 sostituendolo con il mio nuovo di pacca decisamente più sicuro.
Morale della storia… un'emozione enorme ritornare in acqua. Una fatica immensa a remare e zero onde cavalcate… mille cappottanti, voli e rotoloni sott'acqua per il sottoscritto. Niall invece non lo fermava nessuno… Amy invece l'ha fermata la tavola… dritta sul naso e un bel taglio che ci ha regalato una bellissima foto di lei con la faccia ricoperta di sangue. Nulla di grave ma hanno comunque dovuto incollarglielo. Luca e Natalie nel frattempo si erano goduti la loro giornata sulla sabbia in pieno relax. Io e il veneto ce lo siamo gustato fino al tramonto questo unico giorno non lavorativo.

Il dì dopo è ricominciata la vita di tutti i giorni. Ma non per tutti. Niall esce sempre più presto.. mentre Luca non esce proprio più… vendendo il van a due tedeschini ha smesso di lavorare. Niente più mezzi per arrivare alla farm e quindi stop lavoro. Niente più verze e cavoletti per lui. Ga propri voia da fà un casu! Scherzi a parte.. si godrà le ultime due settimane ad Adelaide… poi inizierà per lui un mese di viaggi in giro per l'Australia.
Le sorelle padovane invece sono sulla strada di ritorno… giovedì è previsto il loro rientro.
Per aggiornarvi il mio calendario dice che sono a quota 36 giorni di farm… me ne mancano ancora 52 (la volta scorsa mi ero sbagliato). Non sono nemmeno a metà -.-'

Ps. In farm sono arrivati anche sette cavalli! Tutti appartenenti ad Amelia, la ragazza di Damian.

























martedì 12 agosto 2014

Si riparte

Niccolò Fabi - Lontano da me

Si parte per dimenticare o per cercare un lungomare 
per avere un'altra vita per e per poter ricominciare.
Dove nessuno sa chi sono e dove niente mi riguarda 
dove l'ignoto ha il suo profumo 
io vado incontro al mio destino seduto accanto a un finestrino
e con in tasca un passaporto e all'orizzonte un nuovo viaggio
con quella libertà speciale che ha solo l'uomo di passaggio

Io sto bene quando sto lontano da me...


27 Giugno 2014

Marta l'amica di mio fratello era già lì ad aspettarmi. Il tempo fuori non preannunciava nulla di buono. Pioggerella e nuvoloni colmi d'acqua.

Tutto era stato progettato nei minimi dettagli; lei, la meno sospetta, sarebbe venuta a prendermi, mi avrebbe portato a casa per lasciar giù i bagagli e per darmi una bella rinfrescata.
I miei fratelli, nel frattempo, come in una missione segreta, avrebbero dovuto intrattenere i miei amici, che ovviamente erano allo sconosciuto di tutto e poco prima del mio arrivo avrebbero proiettato quel mio video che per tutti quanti doveva apparire come un intervento di sconforto e di buon divertimento d'oltreoceano. E ovviamente la cosa ha funzionato.

Sono entrato in casa facendo prendere un colpo a mio papà; un'espressione di stupore ed incredulità che nemmeno la pastorella di fatima sarebbe riuscita a far meglio. Sono bastate solo due parole per fargli cambiar idea e farlo venire alla tanto contestata festa del VIVAIO. La mamma purtroppo era al mare con le sorelle e l'avrei vista solo la settimana dopo.

Maschera in faccia e bandiera dell'Australia legata al collo che scendeva fino ai piedi. Nascosto in macchina come un'ostaggio di guerra, sono arrivato lì giusto giusto nel punto del video in cui al mio <<Divertitevi stronzi>> le casse incominciano a scoppiare a tempo di musica Drum & Bass.
Non è servita la mia entrata scimmiesca e la bandiera dell'Australia per far capire che quella persona che poco prima stava parlando nel video era proprio lì. E attraverso quella maschera li ho visti uno ad uno… con quelle facce perplesse e idiote. Ancora non mi rendevo conto che ero di nuovo in mezzo ai miei amici, alla gente con cui sono cresciuto e con cui ho sempre vissuto.
Non so se qualcuno l'ha urlato veramente, ma dalla reazione che ne è scaturita nel togliermi la maschera, un bel <<Al mio segnale scatenate l'inferno>> ci stava alla perfezione. Sono passati circa dieci minuti prima che il mio bel faccino si staccasse dall'erba umida e il peso di 20 persone si levasse dal mio corpo. Lenti perse all'istante, birra e sangria per una bella doccia di benvenuto, abbracci, baci, pugni, sberle, brindisi, offese e risate. Non chiedetemi com'è andata quella sera perché tanto saprei raccontarvi solo l'inizio. Stanchezza, 22 ore di volo, Jet lag, birra e sangria ad un certo punto della serata hanno fatto il loro effetto. Morto, ma felice come una Pasqua.

Da quel giorno è passato poco più di un mese e di cose ne sono successe parecchie. I quattro giorni del Gerusco sono stati pesantissimi e impegnativi ma il successo si è confermato anche quest'anno; un successo che va sempre crescendo. Muro è sempre Muro… se solo quei Muri potessero parlare! I vecchi amici sono sempre i soliti: brutti, alcolizzati, scansafatiche ma infinitamente unici, insostituibili e belli veri (intendo dentro). Mi sono mancati parecchio e parecchio mi mancheranno. Non è mai bello vedere le loro foto durante l'anno, mentre condividono esperienze, gioie e passioni. Quegli amici che fino all'ultimo non ti mollano riportandoti a casa alle cinque del mattino cunscià da sbat via, per poi passarti a prendere solamente due ore dopo per accompagnarti fino alla fine in aeroporto. 

La mamma è sempre la mamma. Farebbe di tutto per tenerti stretto nel suo pollaio ma io dopo nemmeno una notte passata insieme avevo già deciso di andar a vivere da solo nella casetta dove stava mio fratello. Otto mesi lontano da casa sono la risposta a questa scelta. Mi spiace solo di non averci passato troppo tempo assieme ma il pulcino sta crescendo e quel crestino in testa sta diventando sempre più grosso… ma per il momento è presto sentirsi gallo, io mi considero solo un pollo.
Il papa l'è sempar lù! Figurati se si sarebbe tirato indietro per la festa di ritorno di suo figlio, figurati se sarebbe mancato al Gerusco, figurati se non ti avrebbe accompagnato in aeroporto. 
I due, senza più i figli in casa, sono diventati molto più sereni e il vederci e il sentirci più raramente rende l'incontro ancor più bello.

I due twins hanno oramai intrapreso due strade diverse. Luca è disperso su per i monti con Annette, sotto le Tre Cime di Lavaredo. Una stagione da tutto fare al Rifugio Carducci e poi nei suoi programmi ci sarà l'Australia. Il Marti ha ripreso la caccia al Tarlo Asiatico e con la sua dolce metà condivide un intimo ed etnico appartamento in stile orientale. Ma nei suoi pensieri c'è sempre l'idea del viaggio, di fuggire e di cavalcare un'onda sempre più alta.

I nonni mi hanno fatto da compagnia fino all'ultimo giorno, ho vissuto sopra le loro teste per un mese intero in quel piccolo monolocale. Una casa che era diventa un ristorante, un bar, una sala di ritroo e un albergo per gli amici.

Le foto di gruppo (quella con gli amici e quella con i parenti) dicono tutto. Sono circondato da persone fantastiche.


9 Agosto 2014

Prima tappa, l'aeroporto di Dubai in attesa del volo per Adelaide. Sei ore d'attesa che precederanno le circa dodici ore di viaggio rimanenti. E mentre leggi il libro salta fuori il primo bigliettino della mamma… poi piano piano aprendo lo zaino scoprirò i restanti.
Stanco e a dir poco affamato ho atteso fino alla colazione delle 3 del mattino servita sull'aereo.
L'Australia si faceva sempre più vicina e una nuova avventura era alle porte. Un biglietto di sola andata. Un visto che scade il 30 Ottobre e 56 giorni di farm da completare per richiedere il secondo anno. Una sfida fino all'ultimo giorno, weekend compresi.
Non so quanto ho dormito su quel volo, ma immagino parecchio dato che al mio risveglio mancavano solo due ore all'arrivo.

Lì ad aspettarmi non c'erano solo Damian e la sua ragazza ma anche Luca, Nial ed Amy. Cody mi attendeva su a Paracombe attaccato a dei cavi per ricaricare la batteria che era completamente a terra. Vento e freddo su per le colline; il mio van era ancora lì come l'avevo lasciato io. Tre giri di chiave ed eccolo ripartire immediatamente… questi vecchi motori sono indistruttibili!
Con me c'era Luca e insieme abbiamo ripercorso quella strada che ero solito far tutte le mattine per andar a lavorare. Ero sbarcato da nemmeno un'ora e già ero alla guida. In giro non un'anima viva.
In casa tutti dormivano… quel pomeriggio avevano festeggiato talmente tanto da non riuscir a tirar nemmeno fino al mio ritorno. Claudia e Luca gli unici superstiti. Vanessa (la sorella) voto 2, una veneta che non regge l'alcool è illegale!

Il giorno dopo si comincia subito bene.. gitarella al Gorge Wildlife Park sulle Adelaide Hills a prendere in braccio un profumatissimo koala. Alla fine ci sono cascato anch'io... ho fatto la foto!
Sempre in compagnia di Claudia, Vanessa e Galli siamo andati a vedere il tramonto nella ben conosciuta Port Noarlunga. Come mi mancavano questi posti. L'aria ora è piuttosto natalizia; vento freddo, cielo limpido con il sole che scaldava a fatica.
Ma finalmente si respira di nuovo...

Oggi 12 agosto Claudia & Co sono partiti per il loro viaggio verso il nord. Torneranno verso la fine di agosto. Roberta nel frattempo ha cambiato residenza e vive con Nicola, il ragazzo italiano che aveva conosciuto mesi fa. La loro camera è libera. Due brutti elementi l'anno subito occupata. Uno è alto, barbuto e si sveglia tutte le mattine alle 5 per andar a raccogliere verze e cavolfiori… è il bomber Ferrari.. ancora qui imperterrito; l'altro è colui che per più di tre mesi ha vissuto in casa come un fantasma, come un topo.. e che finalmente si sistemerà sotto un tetto pagando e soprattutto senza nascondersi e senza l'ansia di essere scoperto dal proprietario.

Che dire fioi… si ricomincia tutto e da domani si riprende anche a lavorare. Buone vacanze e buona estate a voi in Italia, mi avù a ciapà il frech e a tribulà cunti i per!