Ma siamo sicuri che il volo per Melbourne partirà??
La notte prima si è scatenata una vera e propria tempesta di pioggia e vento. Le gelide correnti dell'Antartico sono arrivate sino a qui. Ho passato la notte sul divano nel salotto, ma avrò chiuso occhio solamente un paio d'ore… pareva che il vento e le secchiate d'acqua volessero portarsi via il tetto della casa. E io dentro me mi dicevo… sono proprio sfigato! Come faranno a partire i voli della Jetstar?
Fortunatamente il giorno dopo il vento si è calmato, ma le temperature si sono decisamente abbassate. I ragazzi mi hanno accompagnato in aeroporto e all'una sono partito..
Questa era l'email che stavo scrivendo poco prima di rientrare in Italia ma che poi ho letteralmente piantato lì.
Da quel giorno è passato quasi un mese. Il mio piccolo Cody l'ho lasciato da solo sulle fredde colline di Paracombe in custodia a Damian. Quando tornerò lui sarà lì ad aspettarmi e il lavoro riprenderà come prima.
23 Giugno 2014
Quella mattina ricordo solo di aver lasciato i ragazzi all'aeroporto di Adelaide. Jesse si era offerto di accompagnarci.. o meglio, gli avevo imposto di farlo in modo tale da aver un mezzo con cinque posti. E poi è giunto il momento, quel momento. Il momento di dire ciao a tutti quanti… ciao a Claudia e Roberta con cui ho passato l'esperienza bella o brutta che sia del Mondo Café Bar, con cui ho vissuto i miei ultimi 6 mesi in Australia, con cui ho condiviso pensieri, segreti, gioie e dolori; ciao a Luca, entrato nella nostra vita poco prima della chiusura del bar e che in pochissimo tempo è diventato per me come un fratellone, un compagno di viaggio, di bevute.. un amico fidato; ciao a Jesse, l'Aussie DOC che in questo periodo si trova in Europa, la piccola (enorme) peste, l'amico che non inviteresti mai al tuo matrimonio, il guastafeste, lo Stifler della situazione… la persona più bella, sincera e forte che abbia mai conosciuto nella mia vita, una vita fatta di alti e bassi e infinite cadute… ma si è sempre rialzato. Il gigante buono dal cuore dolce.
Per la prima volta me n'ero andato veramente… non era più una finta. Ho avuto anche la mia.. quarta? quinta? boooh insomma avevo perso il conto di tutte le mie feste d'addio.
Dopo poco più di un'ora di viaggio sono atterrato a Melbourne e lei era lì ad aspettarmi. Finalmente dopo 8 mesi siamo riusciti ad incontrarci… sebbene solo 6km dividano i nostri piccoli paesi in Italia, il caso ha voluto farci conoscere a 15.613km da casa. Era proprio come me la immaginavo.
Ho lasciato tutti i miei bagagli a casa di Simon e Pamela, suoi amici con cui aveva passato parecchi mesi nelle farm a Mildura (non si trattava più di una scampagnata ma di una breve tappa prima dell'ufficiale ritorno in Italia). La casa non era tanto distante da quel parco in cui avevo trascorso dodici ore 6 mesi prima nell'attesa del pullman per Adelaide.
Abbiamo camminato parecchio quella sera, scorgendo i primi tratti della città. Nel camminare mi sembrava tanto di essere immerso in un'atmosfera natalizia. Freddo e un'aria quasi da neve… luci calde lungo la sponda del fiume e gente fatta su nei cappotti. Abbiamo parlato del più e del meno arrivando a toccare anche cose impensate. Abbiamo cenato con gli altri, bevuto e riso. È stata una serata fatta anche d'imbarazzo ma che difficilmente scorderò.
Il giorno successivo ho dovuto trovare un'altra sistemazione… lì non potevo più stare dato che stavano per arrivare delle nuove coinquiline. Dove stava Marta, non c'era spazio anche per me. In poche parole da un tetto assicurato mi ero trovato in mezzo alla strada alla ricerca di un ostello.
Ma proprio quando stavo per entrare in uno di quelli mi è tornata in mente una cosa. Kirsten… la ragazza americana/scozzese che stava con noi nella casa a Glenelg. Lei da quasi due mesi lavorava e viveva a Melbourne.
Dopo circa trenta minuti di tram sono arrivato a St Kilda.. un sobborgo sul mare. La mia nuova sistemazione era il salotto di casa. Andava più che bene. Quella sera l'ho ringraziata con una buonissima pasta al pesto preparata da me e Marta. Il pre-serata sotto una pioggia incessante l'abbiamo passato in compagnia di qualche piccolo pinguino di ritorno a casa sul famoso molo St Kilda Pier. Melbourne e le sue spiagge sono famose per le sfilate di questi piccoli esemplari di pinguino. Erano davvero simpatici e curiosi al tal punto che quasi potevi toccarli.
La serata l'abbiamo trascorsa nel pub del ragazzo di Kirsten, un giovincello dai tipici tratti scozzesi. Tra discorsi sulla vita e su come gira il mondo alla fine non ricordo più a che ora ci siamo ritrovati in un cinema ad assistere alla disfatta dell'Italia contro l'Uruguay. Probabilmente io e Marta eravamo gli unici italiani all'interno ma allo stesso tempo i meno interessati nel seguire il match. Lei ha dormito tutta la partita… io le ho fatto compagnia.. risvegliandomi solo al momento del goal.
Il giorno dopo il freddo e la pioggia ci hanno fatto da ombra ancora una volta. La cosa migliore era trovare un posto al chiuso. Abbiamo speso l'intero pomeriggio in un museo a Federation Square.
Quella sera, l'ultima sera, io e Marta siamo andati fuori a mangiare. Mi sono fidato di lei provando la cucina vietnamita. Niente male… ma l'uso delle bacchette ha reso la cena più lunga del previsto.
Il mattino seguente dopo aver recuperato tutti i miei bagagli e salutato Kirsten, sono tornato in centro città, lasciando St Kilda alle spalle. Nel frattempo Marta aveva trovato un lavoro e avrebbe iniziato il pomeriggio stesso.
Aimè, dovevo salutarla… forse per sempre, forse no.. questo si vedrà.
Un ciao senza guardarsi negli occhi… perché come mi diceva lei, "non riesco ad incrociare il tuo sguardo". L'ho vista andar via e che idiota che sono stato; avrei voluto dirgli parecchie cose ma all'ultimo avevo deciso che era giusto così.. come ci siamo conosciuti, così ci siamo lasciati: un gran punto di domanda su di noi a cui nessuno dei due riuscirà mai a dar una risposta.
L'attesa in aeroporto è stata veramente infinita… alla fine ero arrivato lì solo con 6 ore di anticipo!
Alla fine mi sono imbarcato e dopo quasi due ore, alle 22.00 sono arrivato a Sydney. Da qui è incominciato tutto e da qui stava finendo tutto. Ho preso un taxi per arrivare fino all'International Terminal. Davanti a me il nulla più assoluto. Non c'era un cane… tutti i negozzietti, i bar e e ristoranti erano chiusi. Ok, addio cena.
Mi preparai così a trascorrere la mia notte in aeroporto in attesa dell'imbarco alle 6 del mattino. Dopo circa un'ora è arrivato uno della sicurezza dicendomi che lì non potevo stare perché l'aeroporto era chiuso fino al mattino seguente e che al piano di sotto avevano lasciato aperto un corridoio per la gente che doveva partire alle prime ore dell'alba.
Al piano di sotto ho trovato parecchie persone avvolte nel loro sacco a pelo o semplicemente addormentate sulle panchine a disposizione. Ma io non avevo sonno… Ho passato l'intera notte a sistemare le ultime foto, a finire tutta la grafica per la Festa del Gerusco, a mettermi d'accordo con i miei fratelli per l'entrata a sorpresa che poco più di 24 ore dopo avrei fatto. Alla fine ci avevano abboccato tutti, genitori, famigliari e amici. Nessuno avevo più pensato che sarei tornato. Un passaggio nel Paese natale che sarebbe stato solo una parentesi prima del ritorno in Australia.
Alle cinque del mattino sono finalmente riuscito ad imbarcarmi… non ho sentito nemmeno che siamo partiti, mi sarò svegliato dopo circa mezz'ora che eravamo in volo. Un viaggio infinito, ma sicuramente meno sentito rispetto all'andata. Ho riposato parecchio, dovevo riposarmi, dovevo essere carico per la festa a sorpresa di quella sera. Una volta giunto a Dubai ho realizzato che mancava veramente poco e l'eccitazione era alle stelle. Non ho più chiuso occhio, come al solito i paesaggi sotto di me avevano catturato tutta la mia curiosità e immaginazione. Posti e cittadine che forse mai vedrò… persone che abitano in quei piccoli villaggi in mezzo alle catene montuose della Turchia che mai incontrerò, vite che mai incrocerò. Quante domande e quante risposte lungo quel tratto. E alla fine ecco le coste italiane, ecco Milano, ecco Abbiategrasso e il Naviglio. Ecco Robecco ed ecco lì tutte le macchine posteggiate al vivaio. Non volevo crederci, ci stavo proprio passando sopra… e alla fine ecco casa mia. Dall'alto mi sembrava tutto un plastico eppure era tutto vero. Stavo tornando a casa. Mancavano giusto pochi minuti all'atterraggio. Artisti: Daft Punk, album: Random Access Memories, canzone: Contact. Sono partito con questa canzone il 28 ottobre; occhi chiusi e un sorriso stampato in viso. Il sorriso di chi sa che qualcosa sta per cambiare. Quel sorriso che per sei minuti è rimasto lì e se qualcuno mi avrebbe visto in quel momento avrebbe pensato: <<Quello si è fatto di qualcosa!>>. È proprio vero che non troviamo che due piaceri nella nostra casa, quello di uscire e quello di rincasare.
Ore 20.50, posso dire che sono di nuovo a casa!
Ps. Il 27 maggio mentre i ragazzi erano a Bali, il sottoscritto ha preso ed è andato in uno studio di tatuaggi. Il 29 è uscito con 5 linee sul braccio. Il primo tatuaggio che ho tenuto nascosto per più di un mese. Tre elementi: due linee grosse, i genitori, due linee fini, i fratelli, una linea fatta di puntini… io. Una linea non continua, una linea che deve ancora formarsi e trovar la sua strada. Puntini che ricorderanno l'Australia, l'arte aborigena e questa esperienza che in fin dei conti mi ha fatto maturate da tutti i punti di vista. Un segno indelebile ed eterno, come queste persone su cui nel bene o nel male potrò sempre contare.
Pps. Finalmente giungono le prime foto delle bottiglie con su le mie etichette e i materiali grafici della Paracombe Premium Perry.













